Picchiava a sangue la compagna “colpevole” di indossare intimo provocante
Il processo nei confronti di un uomo di 39 anni, accusato di maltrattamenti nei confronti della sua compagna, si è concluso con un patteggiamento di 1 anno e 10 mesi di reclusione, sospeso in cambio di lavori socialmente utili e 1000 euro di risarcimento alla vittima, che si era costituita parte civile. Secondo la vittima, una donna di 40 anni madre di due bambini, i maltrattamenti erano durati per 5 anni a causa della gelosia dell’uomo, che desiderava controllare ogni aspetto della sua vita.
In particolare, la vittima ha denunciato che il compagno era ossessionato dal suo modo di vestire, soprattutto riguardo alla biancheria intima indossata durante le visite mediche. L’ossessione del 39enne lo portava a monitorare costantemente gli spostamenti della madre dei suoi figli e a richiedere di controllare il suo telefono alla ricerca di messaggi compromettenti.
La situazione di sofferenza della donna era iniziata nell’ottobre 2017, quando il compagno, incapace di leggere un SMS sul telefono della vittima, si era scagliato contro di lei, afferrandole i polsi e tirandola per i capelli, facendola cadere a terra e sbattere la testa contro un lavandino. La 40enne aveva subìto numerose lesioni nel corso degli anni, che in diverse occasioni l’avevano portata a ricorrere al pronto soccorso e a dover subire un intervento chirurgico a causa delle percosse. Durante gli episodi di rabbia, l’uomo aveva anche distrutto alcuni mobili di casa e rivolto offese alla compagna.
La vittima aveva denunciato il suo compagno lo scorso 6 agosto, e quest’ultimo è stato allontanato dall’abitazione. L’uomo, difeso dall’avvocato Marco Ditroia, è stato accusato di maltrattamenti e lesioni, mentre la vittima si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Viviana Pellegrini.