Aborto negato a Malta, i due turisti americani: “Non è un paese per donne: faremo causa al governo”

Esteri

La turista americana Andrea Prudente che si è vista negare l’aborto a Malta ha annunciato che insieme al compagno farà causa al governo maltese: “Quello non è un paese per donne”.

È stata operata in Spagna, sull’isola di Maiorca, la turista americana Andrea Prudente, finita al centro di un caso diventato di interesse internazionale quando i medici dell’ospedale Mater Dei di Malta le hanno negato l’intervento dopo il principio di aborto spontaneo avuto mentre era in vacanza su una delle isola dell’arcipelago e il successivo rischio di setticemia.

La sua storia, denunciata dalla ong Doctors for Choice Malta, ha attirato l’attenzione della stampa di tutto il mondo mettendo in moto numerose organizzazioni umanitarie. E così, alla fine, pur con non pochi rischi per la sua salute, la giovane turista americana e il suo compagno sono riusciti a raggiungere l’isola di Maiorca, in Spagna, così da poter completare l’interruzione di quella gravidanza giunta alla 16esima settimana.

Ora, a pochi giorni dall’intervento, in attesa di recuperare le forze per poter ripartire per gli Stati Uniti, la fotografa di Seattle e il suo compagno Jay Weeldreyer non nascondono la possibilità di citare in giudizio il governo maltese per “lo straziante calvario” che hanno dovuto affrontare. Nel frattempo però lanciano un avvertimento: “Se conoscete una donna, se amate una donna, o se siete una donna, non andate a Malta”.

In vacanza sull’isola di Calypso, Andrea, alla 16esima settimana di gravidanza, ha iniziato a stare male ed è stata così ricoverata al policlinico Mater Dei di Malta, dove i medici le hanno detto che la placenta si era rotta e il liquido amniotico era esaurito, aggiungendo che la bambina che aveva in grembo non aveva possibilità di sopravvivenza. “Avevo dei dolori fortissimi, ho chiesto loro di procedere con l’interruzione di gravidanza ma si sono rifiutati, mi hanno offerto dell’antidolorifico e detto che avrei dovuto aspettare che il battito del feto cessasse”, il racconto della 38enne.

Secondo la legge sull’aborto di Malta, che risale al 1850, l’interruzione di gravidanza è proibita in tutto il paese e le donne che abortiscono rischiano fino a tre anni di prigione, mentre i medici che lo praticano rischiano fino a quattro anni, oltre a perdere la licenza medica. Questa storia ha scosso non solo l’opinione pubblica in un momento mai così difficile per i diritti delle donne dopo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, ma anche i medici.

Lunedì, Doctors for Choice ha presentato una “protesta giudiziaria”, una petizione legale ai tribunali civili di Malta firmata da 135 medici chiedendo una revisione del divieto di aborto. I medici affermano che la legge lega le loro mani in casi come quello di Prudente, in cui i professionisti sanitari devono valutare le cure che forniscono a una paziente contro il rischio di essere perseguiti per l’interruzione di una gravidanza.

Intanto Andrea e Jay hanno salutato la loro bambina che è stata fatta nascere a Maiorca e hanno appeso una stella a un albero come è prassi presso l’ospedale spagnolo in ricordo di quella figlia che non avranno. Ora dovranno vivere e superare questo dolore, ma sono pronti a una lunga battaglia, soprattutto civile: “Una volta che saremo a casa e avremo affrontato il lutto, intraprenderemo qualsiasi azione disponibile contro Malta. Quanto accaduto è stato disumano e vogliamo fare il possibile per evitare che accada di nuovo. Abbiamo intenzione di portarli in giudizio”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *