Biografia Monica Vitti chi è: età, carriera, morte, malattia, figli e marito
Da oltre due decadi lontana dalle scene a causa di una malattia, l’attrice musa di Michelangelo Antonioni è stata, con identico talento, interprete comica e drammatica. Ma la vera popolarità arrivò grazie ad Alberto Sordi con il quale creò un duo irripetibile
La notizia è arrivata da Walter Veltroni via Twitter: “Roberto Russo, il suo compagno di questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con grande dolore, affetto, rimpianto”. Nonostante l’attrice vivesse da anni lontana dalle luci della ribalta, l’annuncio lascia sgomenti perché con lei va via un pezzo della storia del cinema e del nostro Paese.
Nata Maria Luisa Ceciarelli a Roma, il 3 novembre del 1931, l’attrice aveva compiuto da qualche mese 90 anni, ma da molto tempo non si mostrava più in pubblico: a causa di una malattia degenerativa era scivolata in una dimensione nascosta e protetta.
Tra le ultime apparizioni in pubblico, quella del 2001, quando fu ricevuta al Palazzo del Quirinale per la serata dei David di Donatello. Dopo due amori importanti con il regista Michelangelo Antonioni e con il direttore della fotografia e regista Carlo Di Palma, dal 1974 la Vitti era legata al fotografo di scena e poi regista Roberto Russo, che aveva anche sposato.
È stato lui a starle vicino con amore in tutti questi anni di malattia degenerativa che le aveva fatto perdere la memoria della sua vita e della favolosa carriera. Il desiderio era quello che il pubblico, che tanto l’aveva amata, potesse ricordarla unicamente al meglio: bellissima, frizzante, spiritosa e malinconica, con quella voce inconfondibile e musa di tanti registi per quasi quarant’anni, dal 1954 al 1990, data del suo ultimo film, di cui era anche regista.
Nata in una famiglia borghese, i suoi genitori non apprezzarono la scelta di fare il cinema. «Un giorno mia madre mi disse che la polvere del palcoscenico corrode l’anima e il corpo», aveva raccontato. Si era diplomata nel 1953 a pieni voti all’Accademia di arte drammatica, aveva cominciato con il palcoscenico e il doppiaggio diventando poi una grande attrice del cinema d’autore.
L’incontro fondamentale fu con il regista Michelangelo Antonioni, con cui visse un’intensa storia d’amore e che la diresse nella famosa tetralogia dell’incomunicabilità: L’avventura (che si aggiudicò il premio della giuria al Festival di Cannes), La notte e L’eclisse nei quali l’attrice recitava rispettivamente con Gabriele Ferzetti, Marcello Mastroianni e Alain Delon. Uscite dal 1960 al ’63 le pellicole la resero celebre in tutto il mondo e il successo fu poi coronato dal quarto film della serie, Deserto Rosso, che vinse il Leone d’Oro a Venezia nel 1964.
Vitti e Antonioni erano celebri anche per il loro anticonformismo, per esempio perché vivevano nello stesso stabile, ma non nello stesso appartamento, finché si lasciarono nel 1966. Il regista Mario Monicelli invece seppe mettere in luce la verve umoristica di Monica. Nel 1968 la diresse ne La ragazza con la pistola pensato apposta per farne emergere il talento comico con la storia una fanciulla rapita per errore da un don Giovanni siciliano interpretato da Carlo Giuffré.
Successivamente formò una strepitosa coppia comica nazional popolare con Alberto Sordi diventando l’indiscussa regina della commedia all’italiana. Con Sordi, che riceverà assieme a lei il Leone d’Oro alla carriera nel 1995, girò da Amore mio aiutami! a Polvere di stelle, nel quale lei era l’adorabile soubrette anni 40 che cantava “ma n’do vai…se la banana non ce l’hai?”, diventata una delle più celebri battute cinematografiche di sempre. E poi ancora Io so che tu sai che io so.
Contro tutti i luoghi comuni che bellezza e umorismo non potessero stare insieme, la Vitti è stata un campionessa della comicità al femminile. Pur essendo bellissima, Monica non corrispondeva ai canoni estetici di quegli anni, incarnati da attrici come Sophia Loren o Silvana Mangano: era alta, con un fisico atletico, aveva poco seno e oltretutto si rifiutò di sottoporsi a un intervento di riduzione del naso un po’ grosso. La sua personalità strabordante univa fragilità e fermezza, ansia e leggerezza. Anche quando rideva o cantava una canzoncina in Tv, lo sguardo rimaneva profondo e malinconico. Prima di tutti i contemporanei proclami sulla diversità, Monica Vitti ha portato in scena le donne vere, tridimensionali e sfaccettate. E per questo non smetteremo mai di ringraziarla.