Andrea di York, la sua immagine è distrutta. E c’è chi spera che la regina gli tolga il titolo di duca
Quella casa era il suo sogno. E ora si è infranto per sempre. Andrea di York, riferisce il Daily Mail, ha trovato un acquirente per lo chalet Helora, splendida proprietà sulle vette esclusive di Verbier, in Svizzera. Sette camere da letto, con tanto di piscina e zona relax, che il terzogenito della regina Elisabetta e Sarah Ferguson –sua ex moglie con la quale è tornato stabilmente a vivere – hanno acquistato nel 2014 dalla socialite Isabella de Rouvre, una vecchia amica di famiglia.
Il prezzo concordato di 18 milioni di sterline (poco meno di 25 milioni di euro) è stato dilazionato in alcune rate, l’ultima delle quali, da 5 milioni, non è stata versata alla scadenza pattuita. Ne è nata una controversia legale che si è risolta a novembre. «Hanno pagato, la guerra è finita», ha commentato la signora de Rouvre. Il versamento della tranche da 6,6 milioni di sterline (comprensiva degli interessi) ha così permesso al duca di sbloccare la proprietà per la quale sarebbe già in lizza un misterioso e facoltoso acquirente.
Già, ma perché vendere la casa che per anni ha preso in affitto e poi acquistato come residenza familiare per le vacanze invernali? Pare che la decisione sia obbligata e dipenda dalla causa che gli ha intentato lo scorso agosto, a New York, Virginia Roberts. La donna, oggi 38enne, ha affermato di essere stata vittima di traffico sessuale e abusi da parte del magnate Jeffrey Epstein dall’età di 16 anni e di essere stata “prestata” a uomini potenti tra i quali il principe Andrea, che l’avrebbe aggredita sessualmente in tre occasioni, nel 2001, quando lei aveva solo 17 anni.
Per difendersi dalle accuse, questo sostiene il Sunday Times, Andrea sta spendendo una cifra proibitiva, circa 3 milioni di sterline, tra avvocati e consulenti. Tanto, troppo, se consideriamo che l’appannaggio del duca, pagato da sua maestà, si aggirava intorno a 240 mila sterline annue, più 20 mila di pensione dalla Royal Navy. Bisogna scriverne al passato, perché da quando è stato sollevato dai suoi incarichi pubblici, il suo ufficio a Buckingham Palace chiuso e lo stipendio congelato, nessuno ha ben chiaro quale sia, oggi, la fonte di sostentamento del duca.
Parte del suo patrimonio sembra provenire dalla vendita di un’altra residenza, Sunninghill Park, dodici stanze a Windsor, che Andrea ricevette come dono di nozze dalla madre Elisabetta nel 1986, poi venduta all’uomo d’affari kazako Timur Kulibayev per 15 milioni di sterline. Denari probabilmente investiti chissà dove e fruttati chissà quanto. E poi c’è quel milione e mezzo che Andrea, come svelato Bloomberg News, avrebbe chiesto in prestito nel 2017 e che poi è stato ripagato da una società risalente al multimilionario conservatore David Rowland. Nessun illecito, hanno precisato fonti vicine al duca. Ma è evidente che ricostruire la fortuna del terzogenito di Elisabetta sia praticamene impossibile.
Fatto sta che, per qualunque motivo lo abbia fatto, la vendita dello chalet di Verbier va annoverata come una pagina triste del percorso familiare degli York: quella casa doveva essere l’unico lascito concreto del duca alle sue ragazze e, a cascata, ai nipoti August, figlio di Eugenie e Jack Brooksbank, e Sienna, primogenita di Beatrice ed Edoardo Mapelli Mozzi. Va infatti ricordato che, a oggi, non risultano proprietà intestate ad Andrea.
Nemmeno la casa dove vive a Windsor, Royal Lodge, un tempo residenza prediletta della Regina Madre, gli appartiene: è infatti titolare di un contratto di loan, un accordo di prestito, che ha siglato con il Crown Estate e che gli dà il diritto di abitarvi per 75 anni (decorrono dal 2003) in cambio della ristrutturazione, pagata 7,5 milioni di sterline. Quisquilie, forse, rispetto allo tsunami giudiziario che l’ha investito.
Il giudice di New York Lewis Kaplan dovrà decidere se l’accordo firmato nel 2009 tra Epstein e Virginia Roberts – 500 mila dollari per non contestare in futuro alcuna condotta a lui, nel frattempo morto, e ad altri “potenziali imputati” – valga anche per Andrea. Comunque vada, la posizione pubblica dell’ex rampollo della dinastia reale britannica è compromessa. Alcuni membri della macchina di Palazzo chiedono persino che gli venga revocato il titolo di duca di York e il grado di colonnello di reggimento delle Grenadier Guards. Tutto questo nell’anno del giubileo di platino della regina, che il 6 febbraio compirà 70 anni sul trono d’Inghilterra.