Serena Grandi: ”Diventerò una suora Laica”
Vive, ancora per poco, in una casa vista mare in Romagna, dove si sveglia col richiamo dei gabbiani e da dove contempla l’orizzonte e i pescherecci che attraccano in porto. Un’atmosfera che non ha prezzo, ma che sta per lasciare alla volta di Milano. Serena Grandi cambia casa, cambia città e si “regala” un libro autobiografico, Serena a tutti i costi – Lettere di una vita mai inviate (Giraldi Editore), un memoir in forma epistolare, nel quale scoperchia il suo vaso di Pandora per raccontarsi con generosità, ironia e un filo di malinconia.
C’è la diva del cinema, la sex symbol che ha segnato un’epoca, c’è la Serena passionale alle prese con gli uomini, tanti, e con i suoi amori, pochi. E poi il rapporto con i registi che l’hanno diretta e quello con il suo corpo, che ha conosciuto la malattia. Incontriamo una Serena più consapevole, riflessiva, solitaria. Perché una biografia in forma di lettere mai inviate? «Ho sempre scritto ovunque, sui tovaglioli di carta dei ristoranti, sui miei quaderni neri. Ho scritto lettere e non le ho mai inviate, Truman Capote faceva lo stesso (ride, ndr). Le ho raccolte tutte in un libro».
Ci racconti un aneddoto che non si conosce e che non è scritto nel libro? «Mi è venuto in mente l’altro giorno: ero sposata con Beppe Ercole, ero molto giovane, andavamo spesso a cena con personaggi importanti. Tra questi c’era Alberto Moravia, che mi faceva la corte in modo dolce, delicato. All’epoca non avevo idea di quanto fosse importante come scrittore e intellettuale. Oggi lo tempesterei di domande». Ti sei tolta qualche sassolino dalla scarpa attraverso il libro? «Non avevo mai svelato la mia relazione con Adriano Panatta. È durata due anni, insieme abbiamo girato il mondo, sono stata molto innamorata di lui, ma era sposato. Per vent’anni ho tenuto questa cosa per me.
Ma adesso lui è sposato con un’altra donna, che ho conosciuto, e la questione è sdoganata». Serena Faggioli (all’anagrafe) e Serena Grandi: quale Serena ti piace di più? «Non sono mai stata innamorata di Serena Grandi, non sono una narcisista. Prima avevo atteggiamenti un po’ più da star e ostentavo di più, ma l’ho pagata cara. In realtà sono ancora Serena Faggioli, con tutti i miei sogni, il mio modo di vivere, le mie ansie e le mie fragilità. Sono una donna che ama stare sola, in compagnia dei miei cani e prendermi cura degli altri». Nel libro scrivi: “Mi sono sempre piaciuti gli uomini belli, maledetti e str**- zi”.
Cosa ti hanno lasciato questi uomini? «Un pugno di mosche, cara mia. Ecco perché diventerò una suora laica, non voglio aver nessun contatto con gli uomini, narcisisti e manipolatori. Facciano la loro strada. Sono troppo diversi da noi e io credo che il mondo sia delle donne». Ma davvero vuoi diventare una suora laica? Non è una provocazione? «No, è un’esigenza reale. Mi sono sempre occupata degli altri, ho fatto volontariato a San Pancrazio, in orfanotrofio a Rocca Di Papa, ho servito alla mensa dei poveri. Mi dà gioia. Ho sempre pensato di diventare una suora laica: mi colpì quando lo fece Idina Ferruzzi, (moglie di Raul Gardini, ndr).
Non voglio prendere i voti, ma mettermi al servizio degli altri. Per il 2022 mi auguro di tornare a Watamu, in Kenya, nell’orfanotrofio dove sono stata qualche anno fa». Cosa ti dà la fede? «La preghiera mi rassicura, anche mentre scrivevo il libro. Raccontarsi implica una revisione, a volte dolorosa, della propria vita. Ripercorrere la morte dei miei genitori, gli episodi di malasanità, il cancro e le questioni giudiziarie non è stato facile». Come ti senti oggi? «Alterno momenti di malinconia e stanchezza a momenti più briosi. Spesso mi chiudo in casa a leggere, ho bisogno di ricaricarmi, e poi mi torna la voglia di uscire».
Quei momenti di tensione sul set con Pupi Avati e con Sorrentino? «Ero passata da uno spettacolo shakespeariano in teatro al set di Pupi. Per me era complicato capire la cronologia delle scene e mi ha sgridata parecchie volte, forse aveva ragione. Paolo, invece, l’ho conosciuto bene prima delle riprese, poi, durante, era preso dal film e dagli attori principali, e ci siamo parlati poco. Aveva troppe persone con cui relazionarsi.
Ha una grande capacità: non ti dice niente, ma alla fine, come per magia, fai quello che devi fare. È un genio». Hai eliminato ogni specchio da casa perché non ti riconosci più… «Il mio volto sì, è il corpo che non riconosco, ma mi interessa poco. Credo che oggi sia più interessante la mia testa». Ti sei pentita della chirurgia. «Il complesso che credi di curare con la chirurgia, poi si sposta altrove». Consigli? «Se dovete farlo, mettetevi nelle mani di professionisti seri, quelli che non hanno tempo di andare in Tv». Se guardi la foto della copertina del libro cosa pensi? «È bella, mi piace. Ma è stata bravissima la mia editrice, Rossella Bianco, l’ha vista e ha detto: quella è la copertina!».