Oggi 17 novembre Santo del giorno: Sant’Elisabetta d’Ungheria chi è
Santa Elisabetta d’Ungheria era una principessa nata nel 1207, figlia del re Andrea II e di Gertrude, nel castello di Sárospatak, uno dei favoriti della famiglia reale, nel nord dell’Ungheria. Come data, la tradizione di solito indica il 7 luglio come suo giorno.
Seguendo gli usi attuali tra la nobiltà medievale, Elisabetta fu promessa sposa di un principe tedesco di Turingia. All’età di quattro anni (1211), fu affidata alla delegazione tedesca che andò a prenderla a Presburgo, allora roccaforte più occidentale del Regno d’Ungheria. Fu educata alla corte di Turingia, insieme agli altri figli della famiglia della contea e con chi sarebbe stato suo marito, come era consuetudine allora.
Sposò all’età di quattordici anni Luigi IV, Langravio o Gran Conte di Turingia. Isabella ebbe tre figli: Germano, Sofia e Gertrude; quest’ultima nacque quando il marito era già morto (1227), vittima della peste, come strada attraversata verso la Terra Santa. All’epoca aveva solo 20 anni. Isabella morì all’età di 24 anni, nel 1231. Fu canonizzata da Gregorio IX nel 1235. Un record di vita intensa e dedicata, per scalare la più alta santità ed essere proposto come un imperituro esempio di amore e di abbandono.
Nella vita di Santa Elisabetta si manifestano atteggiamenti che riflettono letteralmente il vangelo di Gesù Cristo: il riconoscimento della signoria assoluta di Dio; l’esigenza di rimandare tutto e di diventare piccoli come un bambino per entrare nel Regno del Padre; il compimento, fino alle sue ultime conseguenze, del comandamento nuovo dell’amore.
Si è svuotato fino a diventare accessibile a tutti i poveri e i sofferenti. Scoprì la presenza di Gesù nei poveri, negli scartati dalla società, negli affamati e nei malati. Tutto l’impegno della sua vita consisteva nel vivere la misericordia di Dio-Amore e nel renderla presente in mezzo ai poveri. Infatti, Elisabetta cercò la sequela radicale di Cristo che, essendo ricco, si fece povero, nello stile più genuino di Francesco.
Abbandonò le apparenze e le ambizioni del mondo, il lusso della corte, le comodità, le ricchezze e gli abiti costosi. Scese dal suo castello e alledò la sua tenda tra i disprezzati e i feriti per servirli. Fu la prima santa francescana canonizzata, forgiata nel messaggio evangelico di Francesco. È che, senza dubbio, Elisabetta d’Ungheria è la figura femminile che più incarna genuinamente lo spirito di Francesco. Come indicato da molte testimonianze francescane, Elisabetta ebbe azioni incredibili che ai suoi tempi furono molto apprezzate e, fino ad oggi, la esaltarono.
La povertà della città in cui viveva, anch’egli tipica del suo tempo, stimolò ulteriormente la carità della principessa Elisabetta. Tutto sembrava poco per rimediare ai bisognosi: l’argento delle sue casse, i gioielli che portava in dote e persino il suo cibo e i suoi vestiti. Appena poté, approfittando delle ombre della notte, lasciò il palazzo e visitò una ad una le capanne dei vassalli più poveri per portare i malati e i bambini, sotto il suo manto, una brocca di latte o una pagnotta di pane.
Ad un certo punto, la principessa fu accusata di sperperare fondi pubblici e di lasciare fienili e magazzini senza risorse. La storia racconta che suo marito – re Luigi – chiese a coloro che l’accusarono prove concrete delle loro azioni. Uno dei giorni in cui ha lasciato segretamente il palazzo, è violentemente detenuta da persone della corte, e prima della requisizione di “… – cosa indossi nella gonna?…”, risponde …”… – niente …, solo rose …”, Isabel ha risposto cercando di scusarsi, e quando ha esteso il grembiule sotto la gonna, invece di pane e cibo, c’erano davvero rose. Questo è uno dei tanti miracoli che successivamente hanno portato alla sua canonizzazione.
Altri scritti affermano che Elisabetta cedesse ai frati francescani una cappella a Eisenach. Dice anche di aver filato la lana per il sayal o l’abito dei Frati Minori. Quando fu espulsa dal suo castello, sola e abbandonata, andò dai francescani a cantare un Te Deum in ringraziamento a Dio. E, il Venerdì Santo del 24 marzo 1228, ponendo le mani sull’altare, fece la professione pubblica nella cappella francescana; e così assunse l’abito grigio del penitente come segno esteriore.
Nel 1229 fondò un ospedale a Marburgo, e lo pose sotto la protezione di San Francesco, canonizzato pochi mesi prima. È che l’impegno dimostrato da Isabella nel vivere la povertà, donando tutto e dedicandosi con gioia alle opere di amore per il prossimo, sono state le richieste di Francesco ai suoi seguaci; ed è per questo che è un esempio da seguire per molti che professano gli insegnamenti di Francesco.
Ha attraversato questa vita come una stella luminosa e piena di speranza. Egli fece risplendere la luce nei cuori di molte anime; e ha portato gioia ai cuori afflitti. Perciò non c’è dubbio che il suo esempio e la sua intercessione hanno illuminato e illumineranno la speranza in tutti coloro che professano il suo esempio, fonte di ogni amore: il bene, tutto il bene, aggiungo il bene; pace e gioia.