Italia in lutto, l’artista stroncato dal Covid. Una vita accanto ai più grandi: “Te ne sei andato ma ci sei”
Il Covid se lo è portato via a 59 anni. Flavio Campagna, street artist conosciuto in tutto il mondo come “Kampah”, era ricoverato da oltre un mese in terapia intensiva all’ospedale Maggiore di Parma. Ad annunciare la sua morte il fratello Gino: “Kampah è un concetto, un ideale e come tale non muore ma vive nelle persone che, come noi, l’hanno conosciuto. Vive dentro di noi, con noi, non ci abbandona. Ci ricorda che l’impossibile è possibile, che la vita vale solo se vissuta fino in fondo come ha fatto lui”.
Anche il cantautore Morgan lo ricorda: “Flavio Campagna, in arte Kampah, artista visivo modernissimo, grande inventore di tecniche, sperimentatore, fotografo, regista, grafico, designer, non c’è nessun ambito dell’arte dell’immagine e del segno che Kampah non abbia praticato e anticipato, il suo lavoro rimarrà. Flavio Kampah era la persona più buona e calma del mondo, con lui era tutto sempre molto bello, facile, perché aveva una sicurezza interiore, una persona a cui affidarsi, un vero uomo, un padre, un fratello, mi mancherai tanto, amico mio”.
I lavori di street art di Flavio Campagna sono visibili in tutto il mondo tra Italia, Stati Uniti e Cuba. Aveva anche realizzato a Petrosino, provincia di Trapani, il murales dedicato a Franco Battiato. Anche la giornalista Francesca Lombardi lo ricorda: “Hai sempre detto che non c’è la vita e non c’è la morte. Io quella frase non l’ho mai capita, ma forse era il tuo modo per dirci che ci saresti sempre stato, qui di là o altrove. Te ne sei andato ma ci sei. E lo sappiamo tutti, noi che abbiamo avuto la fortuna di aver conosciuto il tuo amore. Kampah c’è sempre stato”. Lucido e positivo fino all’ultimo, Flavio scherzava perfino sul letto d’ospedale: “All’inferno ci vado… Con la camicia hawaiana”.