Chloe Facchini, la chef trans torna da Antonella Clerici a È sempre mezzogiorno

Spettacolo e Tv

Chloe, un nome dal suono antico, d’origine greca, che evoca le origini della Terra. «Chloe c’è sempre stata, in me. Sin da quando ero un bimbo. E oggi questo nome mi rappresenta appieno, grazie al percorso di transizione che ho iniziato. Certo, in mezzo c’è stata tanta vita, a tratti difficile, dolorosa. Ma non butto via nulla del mio passato».

Il grande pubblico ha conosciuto lo chef Riccardo Facchini nel 2010: per nove anni è stato nel cast de La prova del cuoco, prima con Antonella Clerici poi con Elisa Isoardi. E lunedì 17 maggio, proprio il giorno in cui si è celebrata la Giornata mondiale dell’omobitransfobia, ha ritrovato Chloe ospite a È sempre mezzogiorno, la trasmissione con cui la Clerici è tornata su Raiuno.

Chi segue Riccardo su Instagram, tuttavia, ha visto che qualcosa era cambiato giorni prima, quando Chloe si è presentata al mondo in un lungo post che termina così: “Sono orgogliosa in quanto donna transgender e fiera di avere accanto a me un uomo con la “U” maiuscola che mi ha supportato in questi anni insieme con tutta la sua famiglia, gli amici cari e i colleghi di lavoro’’.

Questo è l’epilogo. O, meglio un nuovo inizio. Ma la storia di Chloe comincia a Bologna, quarantuno anni fa. «Sin da piccolo, quando ero Riccardo, avevo uno spiccato senso dell’accudimento: da lì è emerso il mio amore per la cucina.

Vedevo mia madre truccarsi e indossavo le sue gonne o giocavo con i suoi tacchi. L’identità non è qualcosa che puoi modellare o cambiare. Il mio ambiente familiare non mi ha aiutato. Amavo follemente mia mamma, ma la sua forte depressione mi spinse, dopo la separazione dei miei genitori, a voler vivere con mio padre». A 11 anni Riccardo vive il primo, grande rifiuto. «Papà aspettava un figlio da un’altra donna (e ho anche una sorella e un fratello sempre da madri diverse): mi disse che posto in quella casa, per me, non c’era. Fu una pugnalata».

Riccardo avrebbe potuto prendere una strada senza uscita. «Mi ha salvato l’amore della mia nonna paterna, Alda, che non mi ha mai posto limiti, una nonna indipendente che mi ha insegnato quanto le donne sappiano essere forti. E poi devo dire grazie al perfezionismo nello studio, che è stato il mio scudo rispetto all’intolleranza. Per il resto, sapevo di voler essere donna, ma cosa significava davvero per un essere umano nato maschio? Il transessualismo, in Italia, è stato per molto tempo associato alla prostituzione.

Rifiutando quella prospettiva, rifiutavo l’idea di essere trans. Mi accettavo come omosessuale, ma non era una condizione che mi rendeva serena». Nel frattempo per Chloe si apre una fase nuova. A 18 anni parte per la Francia, dove resta fino ai 23. «Ho fatto il cuoco, ma per completare il mio percorso di studi ho frequentato anche una scuola per traduttori e interpreti, a Lione. Ed è stato proprio in quel periodo che ho potuto crearmi un bagaglio culturale che mi ha reso una persona completa».

In Francia, anche le prime esperienze sentimentali. «Ho avuto storie molto lunghe, ma sentivo sempre che mancava qualcosa. Nel 2017, dopo una relazione durata undici anni, ho detto: “Basta, devo iniziare ad ascoltarmi”. Ho capito che la mia anima era al cento per cento quella di una donna». E così è iniziato un percorso psicologico, seguito dalle terapie ormonali, a partire dal 2019, per cambiare e accettarsi senza limiti. «Ora vado avanti come un carro armato, perché sono felice e orgogliosa».

Molto, dice Chloe, lo deve al suo compagno, il famoso uomo con la “U” maiuscola. «Maurizio non solo ha compreso il mio desiderio di transizione, ma l’ha accettato e abbracciato, senza farmi mancare il suo sostegno. E così si è comportata la sua famiglia, che mi ha accolta senza riserve dandomi per la prima volta nella vita la percezione di essere protetta».
Chloe oggi è un’attivista del movimento trans e si batte per aggiornare la legge sul cambio di sesso, risalente al 1982. Ci sarà anche un rientro in Tv? «Sento che posso comunicare molto, e non solo tramite i fornelli. Anche se, lasciatemelo dire, le mie tagliatelle al ragù sono imbattibili».

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