Lavinia investita all’asilo, confermate le condanne: “Nostra figlia in stato vegetativo per colpa loro”

Italia

La Corte d’Appello di Roma ha confermato le condanne per la donna che, nell’agosto 2018, investì la piccola Lavinia Montebove, e per la maestra che aveva il compito di sorvegliarla. La bambina, che all’epoca aveva solo 16 mesi, vive oggi in stato vegetativo irreversibile. La sentenza è stata emessa giovedì 27 marzo 2025, nel corso della prima udienza del processo di secondo grado, dopo due rinvii avvenuti a dicembre e febbraio.

Il giudizio ha ribadito la sentenza di primo grado, condannando la donna al volante a un anno di reclusione per lesioni colpose stradali gravi, e la maestra a due anni e sei mesi per abbandono di minori, oltre che per lesioni colpose. Quest’ultima è stata inoltre condannata al risarcimento in via generica. Nonostante la doppia conforme – quando la sentenza di appello conferma quella di primo grado – non è escluso che le imputate possano presentare ricorso in Cassazione.

La vicenda, che ha scosso profondamente la comunità di Velletri, è stata definita “un passo importante contro un crimine atroce” dalla Garante dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni. In un’intervista a Fanpage.it, la garante ha espresso il suo disappunto per i ritardi nel processo, aggiungendo: “Questo è un altro passo importante per il crimine atroce che ha colpito la piccola Lavinia e la sua famiglia.” Ha poi sottolineato: “Non ci saranno mai parole abbastanza adeguate per esprimere ciò che sento quando abbraccio Lavinia. L’amore e la forza che emana vanno oltre ogni linguaggio immaginabile.”

I genitori di Lavinia, Massimo Montebove e Lara Liotta, hanno accolto con soddisfazione la sentenza. In una dichiarazione rilasciata a Fanpage.it, la madre ha spiegato: “Come famiglia siamo molto soddisfatti che la sentenza della Corte d’Appello abbia confermato quanto stabilito già dal giudice in primo grado. Quel maledetto giorno, ciò che è avvenuto a nostra figlia non è stato determinato da una tragica fatalità, ma da qualcosa che porta il nome e il cognome delle due imputate.”

Anche il padre di Lavinia ha commentato con parole forti: “È una sentenza che ci soddisfa perché certifica quello che abbiamo sempre saputo: c’è una responsabilità in quello che è successo a Lavinia. Se Lavinia si trova in stato vegetativo di minima coscienza, è colpa della maestra, che non ha ottemperato ai suoi doveri di custodia e vigilanza. La sentenza lo ha ribadito a piene mani anche in secondo grado.” Ha poi aggiunto: “La conducente, con una condotta di guida più accorta, avrebbe potuto contribuire a evitare questa tragedia.”

L’avvocata della famiglia, Cristina Spagnolo, ha espresso soddisfazione per l’esito del processo: “La conferma della sentenza di primo grado rende giustizia alla verità sulle responsabilità emerse nel processo e su quanto accaduto il 7 agosto del 2018. La soddisfazione non è sulla sentenza in sé, quanto sulla restituzione della verità alla famiglia di Lavinia.”

La tragedia risale a una calda giornata d’agosto del 2018. Lavinia, che si trovava nel cortile dell’asilo a Velletri, era sfuggita alla sorveglianza della maestra. La bambina è stata investita da un’auto guidata da una madre di un altro alunno, che ha dichiarato: “Ho visto un fagottino rosa sull’asfalto, non ho capito subito cosa fosse successo.” Quel “fagottino” era Lavinia, che, dopo l’incidente, è stata trasportata d’urgenza in ospedale. Nel frattempo, gli altri bambini dell’asilo, compreso il fratellino maggiore di Lavinia, sono rimasti soli fino all’arrivo di un’amica della maestra, in seguito denunciata per falsa testimonianza.

Da quel giorno, la vita di Lavinia e della sua famiglia è cambiata per sempre. La bambina vive in stato vegetativo, assistita da macchinari e da personale sanitario. I genitori trascorrono ogni giorno accanto a lei, senza mai perdere la speranza e continuando a lottare per ottenere giustizia. La sentenza di secondo grado rappresenta per loro un punto fermo, come sottolineato dal padre: “Adesso la cosa più importante è chiudere questa pagina e sperare che non ci siano altri cambiamenti.”

Questa vicenda, che ha toccato profondamente non solo la famiglia di Lavinia, ma anche l’intera comunità, resta un monito sull’importanza della vigilanza e della responsabilità nei confronti dei più piccoli.

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