Bertinotti non si tiene: l’idea di tirare un libro contro Meloni è un atto futurista che ripeterebbe!
Fausto Bertinotti non si tira indietro e conferma con fermezza la durezza delle sue affermazioni nei confronti di Giorgia Meloni. Durante la trasmissione “L’aria che tira”, condotta da David Parenzo, l’ex leader di Rifondazione Comunista e già Presidente della Camera ha sostenuto e giustificato la sua controversa dichiarazione rilasciata in precedenza a “In altre parole”: “Io che sono un violento avrei lanciato un oggetto contundente contro la presidente. Faccio un atto per cui mi condanno, ma intanto ti tiro un libro”.
Nel corso dell’intervista, Bertinotti ha descritto il suo gesto come “marinettiano e futurista”, sottolineando l’importanza di contestualizzare le sue parole. Interrogato da Parenzo se ripeterebbe esattamente quanto dichiarato, Bertinotti ha risposto senza esitazioni: “Assolutamente. Chiunque la ascolta adesso, ne capisce il tono”.
L’ex presidente della Camera ha voluto chiarire che le sue affermazioni devono essere inquadrate all’interno di una tradizione di disobbedienza civile. Ha dichiarato: “Sono sempre stato per la pratica non violenta, ma anche nella pratica non violenta c’è la trasgressione della regola, da Gandhi a Pannella“.
Consapevole del significato delle sue parole, Bertinotti ha aggiunto che la sua eccezione è volta a segnalare una rottura rispetto al vivere civile del Paese. Ha spiegato che a una trasgressione violenta perpetrata dal Potere, intende opporre una reazione simbolica per denunciare il superamento di una soglia. “Con quelle parole su Ventotene, la Meloni ha superato la soglia”, ha affermato, evidenziando che le critiche provenienti da ambienti di destra non dovrebbero sorprendere, poiché “loro più di me dovrebbero conoscere il linguaggio del futurismo”.
In un momento di scambio ironico, David Parenzo ha commentato: “Non ci avevo pensato, il suo è un gesto marinettiano”. Bertinotti ha colto l’occasione per approfondire il concetto, affermando: “In qualche modo, richiamava la grammatica futurista. Giorgia Meloni ha bestemmiato nei confronti del fondamento della Repubblica perché non c’è dubbio che quella ispirazione fondamentale (il Manifesto di Ventotene, ndr) è alla base della Costituzione”.
La discussione ha messo in luce le tensioni politiche attuali, con Bertinotti che si è mostrato deciso nel difendere la propria posizione. Ha insistito sul fatto che il suo gesto, pur essendo provocatorio, è parte di un discorso più ampio riguardante il rispetto delle istituzioni e dei valori democratici. La sua affermazione ha sollevato interrogativi su come la politica contemporanea gestisca il dissenso e la critica, specialmente in un contesto in cui le parole possono avere un peso significativo.
Bertinotti ha ribadito che il suo intento non è mai stato quello di incitare alla violenza, ma piuttosto di stimolare una riflessione su questioni fondamentali riguardanti la democrazia e il rispetto reciproco. La sua posizione si colloca in un contesto più ampio di attivismo politico, dove la disobbedienza civile è vista come un mezzo legittimo per esprimere il dissenso.
Il dibattito ha acceso i riflettori su un tema cruciale: la libertà di espressione in politica. Bertinotti ha sottolineato che la sua critica a Meloni non è solo personale, ma si inserisce in un discorso più ampio riguardante i valori democratici e i diritti civili. La sua affermazione rappresenta un richiamo alla responsabilità di chi ricopre ruoli di potere e alla necessità di mantenere un dialogo aperto e rispettoso tra le diverse posizioni politiche.