Omicidio di Garlasco, trovato un altro Dna sotto le unghie di Chiara Poggi: non appartiene né a Sempio né a Stasi
Le indagini sul caso di Chiara Poggi, uccisa nel 2007 a Garlasco, sono state riaperte dalla Procura di Pavia, che ha messo nel mirino Andrea Sempio, attualmente accusato di omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara, condannato a 16 anni per il delitto. Secondo gli inquirenti, il DNA di Sempio, trovato sotto le unghie della vittima, non deriverebbe da un contatto con oggetti all’interno della villetta, ma piuttosto da un’interazione diretta avvenuta poco prima dell’omicidio.
Come riportato dal Corriere della Sera, il materiale genetico di Sempio, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni ed era amico del fratello di Chiara, non sarebbe il risultato di un “contatto mediato da un oggetto toccato dalla vittima”. Gli investigatori sostengono che l’unico modo in cui il suo DNA possa trovarsi sotto le unghie di Chiara sia attraverso un incontro diretto.
Un’analisi condotta per la Procura da Carlo Previderé, genetista noto anche per il caso di Yara Gambirasio, ha rivelato che tra il materiale biologico raccolto dalle unghie di Chiara c’è il profilo di Sempio e anche quello di un “Ignoto 2”, la cui identità non è ancora stata determinata. Sorprendentemente, i profili genetici dei genitori e del fratello di Chiara, che vivevano nella stessa casa e avrebbero dovuto lasciare tracce evidenti, non sono stati trovati. Inoltre, non è stato rinvenuto il DNA di Alberto Stasi, che era stato con Chiara fino a tardi la notte prima dell’omicidio.
Questi dati, secondo gli inquirenti, contraddicono le argomentazioni della difesa di Sempio, che sostiene l’esistenza di un “contatto secondario” e fa riferimento alla ricostruzione della Procura di Pavia del 2017. Inizialmente, il DNA di Sempio non era stato analizzato perché considerato “esiguo” e “degradato”, rendendo impossibile un confronto con il materiale raccolto dal genetista De Stefano. Oggi, però, i magistrati, sotto la direzione del procuratore Fabio Napoleone, stanno seguendo una linea investigativa differente.
Nei prossimi giorni, il Nucleo investigativo di Milano prevede di audire nuovamente amici e familiari, nel tentativo di raccogliere ulteriori informazioni sul caso. La riapertura delle indagini ha sollevato preoccupazioni da parte del legale che rappresenta la famiglia di Chiara Poggi, Gian Luigi Tizzoni, il quale ha espresso scetticismo riguardo a questa nuova fase. “È il settimo tentativo di Stasi; circa quaranta magistrati si sono occupati di questo caso e tutti hanno concordato sulla certezza della sua responsabilità oltre ogni ragionevole dubbio”, ha dichiarato.