Le agghiaccianti ultime parole del prete che ha tentato di volare con 1.000 palloncini a elio per beneficenza

Esteri

Un tentativo di raccogliere fondi per beneficenza, cercando di battere il record per il volo più lungo con palloncini a elio, si è trasformato in tragedia.

Padre Adelir Antonio de Carli si era legato a 1.000 palloncini a elio con l’obiettivo di sorvolare l’oceano, ma il suo corpo è stato ritrovato mesi dopo il tragico incidente.

L’impresa di Padre Carli mirava a battere il precedente record per il volo più lungo con palloncini a elio, che era di 19 ore.

Inizialmente, non c’erano particolari preoccupazioni: Padre Carli era un esperto paracadutista e aveva ricevuto una formazione specifica sulle tecniche di sopravvivenza e sulle condizioni estreme.

Non era certo un novellino quando si trattava di affrontare imprese rischiose e audaci.

La preparazione per il volo

Il 20 aprile 2008, Padre Carli decollò per l’impresa indossando un casco, una tuta impermeabile e una tuta termica in alluminio per il volo.

Era inoltre equipaggiato con:

  • Un GPS per tracciare la rotta
  • Una radio per comunicare con il controllo del traffico aereo
  • Un paracadute di emergenza

Pochi mesi prima, Padre Carli aveva già compiuto un’impresa simile, raggiungendo un’altitudine di 17.390 piedi.

Quel volo era andato secondo i piani: era decollato dalla cittadina di Ampere ed era atterrato sano e salvo in Argentina.

Questa seconda impresa, però, si è conclusa in modo tragico. Padre Carli scomparve circa otto ore dopo il decollo.

Le ultime comunicazioni prima della tragedia

Durante il volo, Padre Carli rilasciò un’intervista telefonica al canale televisivo brasiliano Globo.

“Fa molto freddo, ma sto bene,” disse il sacerdote. Tuttavia, ammise di avere problemi con il GPS.

Secondo i rapporti, avrebbe raggiunto un’altitudine di circa 20.000 piedi (oltre 6.000 metri).

Poi le cose peggiorarono rapidamente. L’ultima comunicazione ricevuta dal sacerdote fu un messaggio di allarme:

“Sto perdendo quota.”

Inizialmente, le autorità speravano di trovarlo ancora in vita.

Il capo del dipartimento dei vigili del fuoco di Penha, Johnny Coelho, dichiarò:

“Abbiamo l’80% di possibilità di trovarlo vivo.”

Ma, purtroppo, non fu così.

Mesi dopo, le autorità ritrovarono il corpo di Padre Carli. Successive analisi del DNA confermarono che si trattava proprio del sacerdote scomparso.

Il capo della polizia di Macaé, Daniel Bandeira, dichiarò:

“Eravamo quasi certi che si trattasse di lui, a causa di vari elementi, come gli indumenti e l’equipaggiamento utilizzato per il viaggio in mongolfiera. Il test del DNA ha solo confermato le nostre ipotesi.”

Le cause della morte restano un mistero

Ancora oggi, le cause precise della morte di Padre Carli restano incerte.

Alcuni ipotizzano che il sacerdote possa essere stato trascinato fuori rotta da venti forti, ma i dettagli completi di quanto accaduto rimangono sconosciuti.

La sua impresa, tanto audace quanto tragica, è diventata una storia simbolo di coraggio e determinazione, ma anche di quanto sottili possano essere i confini tra l’ambizione e il rischio.

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