Caso Gintoneria a Milano, validato il congelamento di oltre 900mila euro: individuati solo 80mila
Il Tribunale di Milano ha convalidato il sequestro preventivo d’urgenza di oltre 900mila euro, disposto dalla pubblica accusa, nell’ambito dell’inchiesta sugli affari illeciti legati a ‘La Gintoneria di Davide’, situata in via Napo Torriani. La decisione è stata presa dalla giudice per le indagini preliminari Alessandra Di Fazio mercoledì 12 marzo. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, il denaro sequestrato sarebbe il risultato di operazioni di autoriciclaggio, nonché di un presunto giro di prostituzione e traffico di droga.
Le indagini hanno portato all’arresto di tre persone, Davide Lacerenza, Stefania Nobile e Davide Ariganello, che sono stati posti agli arresti domiciliari il 4 marzo. Lacerenza è identificato come il titolare della società che gestisce il locale, mentre Nobile è ufficialmente una dipendente, ma per la Procura risulterebbe essere una socia di fatto. Davide Ariganello, descritto come il braccio destro di Lacerenza, è anch’esso coinvolto nel presunto traffico illecito.
Attualmente, gli investigatori hanno rintracciato solo una parte dei presunti 900mila euro. In particolare, sono stati identificati circa 80mila euro: 33mila euro sono stati trovati su un conto in Lituania, 40mila euro su conti italiani e circa 10mila euro in contante. Le indagini indicano che i fondi potrebbero essere stati utilizzati per investimenti all’estero, inclusi quelli in Albania.
In aggiunta al sequestro del denaro, la giudice Di Fazio ha anche approvato il sequestro dei locali di ‘La Gintoneria’ e di un altro spazio utilizzato come privé, chiamato ‘La Malmaison’. Questa decisione è stata motivata dalla possibilità che, in caso di riapertura, i locali potessero essere gestiti dagli indagati attraverso prestanomi.
Il 11 marzo, Lacerenza e Nobile si sono presentati davanti alla giudice per l’interrogatorio di garanzia. Assistiti dall’avvocato Liborio Cataliotti, entrambi hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, una decisione suggerita dal loro legale. Cataliotti ha spiegato a Fanpage.it che non aveva ancora avuto accesso all’intero fascicolo delle indagini: “Facendo istanza di riesame per Stefania Nobile avrò il diritto di vedere gli atti e poi, se dovesse essere il caso, chiederemo che vengano sentiti, o l’uno o l’altra o entrambi.”
Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla gestione delle operazioni illecite e sul coinvolgimento di altri soggetti. Le indagini continuano a cercare di chiarire la portata delle attività illecite e il destino dei fondi sequestrati. La Procura sta lavorando per raccogliere ulteriori prove e testimonianze che possano confermare o smentire le accuse rivolte agli indagati.
Il caso di ‘La Gintoneria di Davide’ ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, in quanto mette in luce problematiche legate alla criminalità economica e alla gestione di attività commerciali sospette. La relazione tra il locale e il presunto giro di affari illeciti ha portato a un’analisi approfondita delle operazioni finanziarie e delle connessioni tra i vari soggetti coinvolti.
