Perché travestire i bambini da celebrità a Carnevale fa ridere solo i grandi? L’opinione della pedagogista
Negli ultimi anni, il Carnevale è diventato un palcoscenico per i bambini, ma non solo per divertirsi. Scorrendo i video su TikTok, è impossibile non notare come i piccoli protagonisti delle sfilate indossino costumi sempre più elaborati e adultizzati. Se un tempo i bimbi si travestivano da personaggi classici come pagliacci o principesse, oggi si vedono sempre più frequentemente bambini con capelli tinti di blu o vestiti che imitano celebrità come Stefano De Martino.
Questo cambiamento nei costumi ha sollevato interrogativi sull’impatto che ha sui bambini e sulla loro esperienza di festa. Secondo la pedagogista Giovanna Giacomini, l’adultizzazione dei travestimenti è una tendenza in crescita, specialmente nel sud Italia. Giacomini sottolinea che i genitori spesso vestono i loro figli come “uomini e donne in miniatura”, perdendo così il senso del travestimento come espressione della fantasia infantile.
Il Carnevale, tradizionalmente considerato un momento di gioia e creatività, sembra aver assunto una nuova dimensione. “C’è questa tendenza, molto diffusa nel sud Italia, ad adultizzare i bambini nell’abbigliamento in generale,” spiega Giacomini. Questo fenomeno porta a una perdita del significato originale del travestimento, trasformando una festa concepita per i bambini in un evento che si rivolge principalmente agli adulti.
In passato, i costumi di Carnevale erano spesso semplici e riflettevano la creatività dei bambini. Oggi, invece, si assiste a una crescente pressione affinché i piccoli indossino abiti che imitano personaggi famosi, con l’obiettivo di ottenere approvazione e like sui social media. La pedagogista osserva che “se il bimbo non sa nemmeno da chi è vestito, non si diverte di certo,” evidenziando come l’intento dei genitori possa essere più focalizzato sul divertire gli adulti piuttosto che i bambini stessi.
Giacomini sottolinea che questa imposizione di costumi specifici durante il Carnevale contrasta con il desiderio degli adulti di avere figli creativi. “Il Carnevale permetteva un tempo ai bambini di dare libero sfogo alla loro fantasia e immaginazione,” afferma, avvertendo che se i genitori impongono i costumi, si limita lo sviluppo della creatività infantile. Questo può contribuire a una mancanza di inventiva nei bambini, che si riflette anche nelle loro capacità di scrivere storie complesse.
Inoltre, la pedagogista mette in guardia sul fatto che i bambini che si travestono da VIP, senza comprenderne il significato, apprendono a compiacere gli adulti. “I bimbi vedono mamma e papà essere felici, anche per la gratificazione che ricevono dai passanti e dai followers,” spiega Giacomini. Questo comportamento può portare a una costruzione mentale preoccupante, in cui i bambini sentono il bisogno di aderire a modelli che non comprendono per essere apprezzati.
Il Carnevale, quindi, non è più solo una celebrazione della fantasia, ma si è trasformato in un evento dove i piccoli si sentono obbligati a imitare comportamenti visti sui social. “Il rischio qui è anche che imparino a mettere in atto comportamenti non aderenti alla realtà,” avverte Giacomini, sottolineando come l’esposizione ai social media influisca sul modo in cui i bambini percepiscono se stessi e il mondo che li circonda.