Ragazza di 15 anni muore per overdose in una casa dismessa. L’amministratore: “Avevo suggerito di sigillare le entrate”
La tragica morte di una ragazza di 15 anni di origini italo-tunisine ha scosso la comunità di San Bonificio, un comune in provincia di Verona. La giovane, trovata senza vita alla fine dello scorso mese, è deceduta in quello che sembra essere un caso di overdose. L’appartamento in cui è avvenuta la tragedia si trova al piano terra di via Don Ambrosini ed è uno dei numerosi alloggi popolari gestiti dall’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale). Questo appartamento, regolarmente assegnato, era in stato di abbandono e risultava già oggetto di un avviso di sfratto per morosità.
L’amministratore condominiale, Giuseppe Dal Degan, ha dichiarato: “Avevamo chiesto di murare porte e finestre, non hanno mai fatto nulla: è scritto nero su bianco”. La situazione di degrado dell’edificio era nota, e i residenti avevano segnalato più volte la presenza di tossicodipendenti e un possibile giro di spaccio di droga. Un vicino ha raccontato a “Storie Italiane”: “C’era una viavai di sbandati, erano in tanti. Sicuramente c’era un giro di spaccio di droga. Avevamo denunciato più volte sia all’Ater, sia all’amministratore. Lo sapevano tutti”.
Dal Degan ha riferito di aver contattato l’Ater riguardo alla situazione, ma senza ricevere risposte. “Non hanno mai risposto alle nostre mail, l’ultima è stata inviata 15 giorni prima della morte di Nora” ha aggiunto. La risposta di Franco Falcieri, amministratore delegato dell’Ater di Verona, non si è fatta attendere: “Abbiamo ricevuto tre mail e segnalato tutto alla polizia e ai carabinieri”.
Mentre si attende l’esito dell’esame tossicologico sul corpo della giovane, le forze dell’ordine hanno arrestato un uomo di 34 anni, di nazionalità marocchina e senza fissa dimora, accusato di essere coinvolto nel decesso della ragazza. L’indagine lo vede indagato per omicidio come conseguenza di altro delitto e spaccio di sostanze stupefacenti.
Poco prima della sua morte, la ragazza aveva inviato un messaggio vocale al padre, implorandolo di aiutarla, e aveva contattato la madre alle quattro del mattino. La madre ha rivelato: “Negli ultimi tempi, mia figlia frequentava una donna brasiliana, ed è stata lei a consegnarla agli spacciatori. Quella donna la costringeva a prostituirsi, tratteneva il denaro e in cambio le forniva cocaina”.
Questo drammatico evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e la gestione degli alloggi popolari a San Bonificio. La comunità locale si è mobilitata, chiedendo maggiore attenzione da parte delle autorità competenti per prevenire situazioni simili in futuro. Le segnalazioni dei residenti non sono state sufficienti a evitare la tragedia, evidenziando una mancanza di intervento da parte delle istituzioni.