Docente attaccato dal genitore di uno studente a Lecce: ‘Mai stato così spaventato’

Italia

Il racconto dello spaventoso attacco subito da un insegnante di Chimica, che da quarant’anni esercita la professione, getta un forte allarme sulla sicurezza degli educatori nelle scuole. Il professor Sergio Manni, 65 anni, racconta l’incubo vissuto il 17 dicembre, quando è stato aggredito all’interno dell’edificio scolastico. “Me la sono vista brutta”, afferma Manni. “Sono riuscito a chiudermi nel bagno, ma praticamente non ho chiuso occhio per giorni”. È in questo contesto che il docente torna a riflettere su quanto accaduto.

Secondo la sua versione, l’aggressione ha avuto origine da uno scontro con uno studente di 16 anni, che, dopo aver ricevuto una nota disciplinare, ha reagito violentemente. “Mi ero dedicato per quarant’anni a questo lavoro e a progetti di volontariato con ragazzi in difficoltà, ma non mi ero mai sentito in pericolo come ora”, afferma il professore. La violenza si è consumata all’interno della scuola, con insulti, minacce e atti di bullismo che lo hanno costretto a rifugiarsi nel bagno dell’istituto. La situazione sarebbe potuta finire in tragedia se non fosse intervenuta la Polizia Municipale, che ha salvato il docente da un ulteriore danno fisico e psicologico.

Nel raccontare l’accaduto, Manni descrive lo studente come particolarmente violento, arrivando a definirlo come un “giovane che, recentemente, ha picchiato il suo compagno”. “La situazione era fuori controllo”, continua il professore. “Solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine sono riuscito a evitare il peggio”.

Nonostante la gravità dei fatti, non è stato preso alcun provvedimento ufficiale nei confronti dell’aggressore. Il docente ha denunciato l’accaduto alla Procura di Lecce con l’assistenza legale dell’avvocato Biagio Palamà e ha inviato una PEC alla Dirigenza scolastica per chiedere interventi concreti per garantire la sicurezza degli insegnanti e contrastare episodi di violenza nelle scuole. “Nonostante l’impressione della sgradevole esperienza, rimango fermo nel mio impegno e non cederò mai di fronte a comportamenti di questo tipo”, ha dichiarato Manni.

In seguito all’aggressione, Manni ha ricevuto numerose manifestazioni di solidarietà da parte degli studenti e dei colleghi. Una studentessa, avvicinandosi al professore, gli ha detto: “Professore, non vada più in quella scuola, starà sempre con noi che siamo bravi!”. Questo gesto ha commosso il docente, che ha ricevuto il conforto di chi ancora crede nei veri valori educativi.

L’incidente ha messo in evidenza la necessità di rivedere le politiche scolastiche e l’ordine pubblico nelle scuole. Secondo Manni, l’educazione non deve limitarsi a un corso didattico, ma deve essere una vera e propria “palestra di vita”, dove si insegnano il rispetto reciproco e l’amore per l’educazione. “Molti insegnanti sono talmente presi dagli obblighi burocratici che rischiano di dimenticare l’importanza di perseguire gli obiettivi educativi fondamentali”, afferma il professore.

Questa vicenda ha suscitato l’attenzione anche del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha proposto una misura legislativa volta a garantire maggiore sicurezza per il personale scolastico. La proposta prevede l’arresto degli aggressori di docenti, una misura già applicata con successo nel settore sanitario. “Il Governo ha a cuore gli interessi dei docenti e del personale scolastico”, ha dichiarato il Ministro, sottolineando l’importanza di garantire a tutti gli ambienti scolastici un’atmosfera di tranquillità e sicurezza.

L’aggressione subita da Sergio Manni evidenzia la necessità di una stretta collaborazione tra istituzioni, famiglie e scuole, per contrastare la violenza e promuovere un clima di rispetto e dialogo all’interno delle scuole. Solo così sarà possibile garantire un futuro migliore per la gioventù e rinnovare la dignità della professione docente.

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