La moglie di Anton, il rapinatore colpito a morte dalla guardia: “Ha sbagliato, ma non meritava di morire”

Italia

Anton Ciurciumel, giovane padre di due figli, è stato ucciso la sera del 6 febbraio mentre fuggiva dopo una tentata rapina in un appartamento sulla Cassia, a Roma. L’autore del gesto è Antonio Micarelli, una guardia giurata di 60 anni. La tragedia ha lasciato una famiglia distrutta e ha sollevato interrogativi profondi sulla legittima difesa e sull’uso della forza.

Anna, la moglie 21enne di Anton, ora si trova a crescere i due figli da sola nella loro villetta a Valle Martella, Zagarolo, insieme alla madre del marito. “Gli ha sparato alle spalle. Non metteva più paura a nessuno”, ha dichiarato Anna in un’intervista a Il Corriere della Sera. “Anton ha sbagliato, lo ammetto. Ma non doveva morire”.

Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, Anton stava scappando dall’appartamento quando è stato colpito alla testa da uno dei proiettili sparati da Micarelli. La guardia giurata, che vive nello stesso comprensorio della casa presa di mira dai ladri, avrebbe esploso almeno dieci colpi, tutti mentre i rapinatori erano in fuga.

Non ci sarebbe stata alcuna colluttazione tra il vigilante e i malviventi. In casa, quella sera, era presente solo la badante della proprietaria, ignara dell’esistenza di una cassaforte. La rapina, quindi, si era già rivelata un fallimento.

Anche Elena, la madre di Anton, ha espresso il suo dolore e il suo punto di vista sulla vicenda: “Mio figlio ha sbagliato e avrebbe dovuto pagare per ciò che ha fatto. Ma non meritava di morire”. Le sue parole riecheggiano quelle della nuora: “Un topo d’appartamento non può essere condannato a morte. Doveva essere arrestato e giudicato dalla legge”.

La famiglia di Anton non cerca vendetta, ma chiede giustizia. Vogliono che Antonio Micarelli risponda delle sue azioni e che venga chiarito il limite tra difesa e abuso di potere.

La guardia giurata è ora accusata di omicidio volontario, e sul caso stanno indagando i carabinieri. Gli investigatori sono anche al lavoro per identificare gli altri membri della banda che hanno partecipato alla tentata rapina e sono riusciti a fuggire subito dopo l’arrivo di Micarelli.

La vicenda ha acceso un acceso dibattito pubblico: fino a che punto un cittadino può spingersi per proteggere sé stesso o i propri vicini? È legittimo sparare a qualcuno che sta scappando?

Questa storia mette in luce un tema delicato: il confine sottile tra legittima difesa e uso sproporzionato della forza. Mentre alcuni difendono l’operato della guardia giurata, altri ritengono che sparare a un uomo in fuga sia un gesto ingiustificabile.

Nel frattempo, Anna e i suoi figli affrontano un futuro incerto, segnato da un dolore che difficilmente potrà essere sanato. La speranza è che la giustizia faccia il suo corso, portando chiarezza e risposte a una vicenda che ha lasciato un’intera comunità sotto shock.


One thought on “La moglie di Anton, il rapinatore colpito a morte dalla guardia: “Ha sbagliato, ma non meritava di morire”

  1. Egregio giornalista. Sono una persona che ha avuto sequestrati in casa i genitori con conseguenze che Lei neanche immagina. Diamo un premio al vigilante ,che ha fatto giustizia. La vostra intervista a moglie etc etc ,e del tutto fuori luogo e mira ad impietosire la gente. Questi sono soltanto dei parassiti e vigliacchi .aggredire i nostri anziani per pochi spiccioli ,lo ha messo in evidenza? Mi faccia sapere cosa ne pensa . Io credo che per prima cosa si debba considerare che ha rovinato la signora aggredita,e il vigilante e la sua famiglia,saranno danni irreversibili , proprio come la morte del parassita e vigliacco in oggetto.saluti

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