Donna fa causa a un autista che si è rifiutato di prenderla, dicendo che “non entrava nella macchina”
La rapper Dank Demoss, il cui vero nome è Dajua Blanding, ha intentato causa contro Lyft dopo aver dichiarato che un autista ha cancellato la sua corsa dicendo che “non poteva entrare” nella macchina. L’incidente, avvenuto a Detroit, Michigan, ha suscitato una grande discussione online dopo che Demoss ha pubblicato un video dell’incontro sui social media.
Nel video, l’autista di una Mercedes Benz sedan può essere sentito esprimere dubbi su se Blanding potesse entrare nel sedile posteriore della sua auto. L’autista afferma: “Non c’è spazio, la mia auto è piccola.”
In risposta, la rapper insiste: “Posso entrare in questa macchina.”
Nonostante la sua assicurazione, l’autista ribadisce la sua posizione: “No, credimi, non ci entri, quindi… mi dispiace.”
Blanding chiede poi cosa succederà con il pagamento che aveva già effettuato per la corsa, e l’autista spiega che cancellerà il viaggio per permetterle di ricevere un rimborso.
La rapper lo interroga direttamente, chiedendo se il suo rifiuto sia dovuto al suo peso, a cui l’autista risponde: “Sì, devi ordinare una macchina più grande.”
In un commento insolito, l’autista afferma anche che le sue gomme sono “molto stanche” — un altro motivo per rifiutare la corsa.
Nel video, Blanding chiede: “Cosa c’entro io con le tue gomme?”
La rapper ha condiviso il video su Instagram, accusando Lyft di un trattamento discriminatorio, affermando nella didascalia: “@lyft, cosa avete da dire a riguardo? Il vostro autista mi ha discriminato. Mi sento come se trattaste le persone in carne come se non appartenessero qui.”
In una dichiarazione a Fox 2 Detroit, Blanding ha rivelato di aver assunto due avvocati e di aver avviato una causa per discriminazione.
Michigan è attualmente l’unico stato degli Stati Uniti con leggi specifiche che vietano la discriminazione in base al peso.
Riflettendo sulla sua esperienza, Blanding ha dichiarato a Fox: “Sono stata in auto anche più piccole di quella. Voglio solo che sappiano che mi ha ferita.”
Jonathan Marko, uno degli avvocati della rapper, ha sottolineato l’aspetto legale del caso, affermando: “Sapevo che era illegale e sapevo che era sbagliato. Non sarebbe stato diverso se un autista si fosse fermato dicendo, ‘Non voglio neri nella mia macchina o non voglio cristiani nella mia macchina.’ È la stessa cosa, legalmente è la stessa.”
Lyft ha rilasciato una risposta, affrontando la controversia.
In una dichiarazione a Fox 2 Detroit, la compagnia ha chiarito la sua posizione contro la discriminazione.
“Condanniamo inequivocabilmente tutte le forme di discriminazione,” si legge nella dichiarazione. “Crediamo in una comunità dove tutti siano trattati con pari rispetto e gentilezza reciproca. Le nostre linee guida della comunità e i termini di servizio vietano esplicitamente molestie o discriminazione.”