Bimbo deceduto a Milano, la madre contatta due volte i soccorsi: il piccolo respirava ancora dopo la prima chiamata
Un caso drammatico scuote Milano: la morte di un bimbo di 6 anni, le prime ipotesi sulle cause e la decisione della madre che sta facendo discutere.
Milano è scossa da una tragedia che ha coinvolto un bambino di 6 anni, trovato morto nella sua casa in via Mompiani, nella zona di Corvetto. La madre del piccolo, presente al momento del decesso, ha effettuato due chiamate ai soccorsi, ma la situazione è ancora avvolta nel mistero.
Secondo quanto emerso dalle indagini, la madre ha contattato i soccorritori per la prima volta intorno alle 8:40 di ieri, mercoledì 5 febbraio. Tuttavia, ha poi deciso di revocare la richiesta di aiuto poco dopo, dicendo che il bambino non voleva andare in ambulanza, che stava piangendo e presentava febbre e vomito. Poco più tardi, verso le 13:10, la madre ha chiamato nuovamente chiedendo l’intervento medico, ma quando i medici sono arrivati, il bimbo risultava già deceduto da ore.
In merito alla scelta di non chiamare subito un’ambulanza, la madre ha spiegato agli inquirenti che dopo aver somministrato al bambino una Tachipirina, si è recata in farmacia per chiedere altri farmaci. L’eventuale presenza di altri medicinali che possano aver causato una reazione allergica sarà verificata attraverso l’autopsia, che dovrebbe avvenire già nei prossimi giorni, al massimo entro lunedì 10 febbraio.
La Procura di Milano, coordinata dal procuratore Enrico Pavone, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, anche se al momento non ci sono accuse precise. L’indagine è ancora in fase esplorativa per determinare le reali cause del decesso. Alcuni hanno suggerito che il bambino potrebbe essere morto a causa di un problema neurologico, un malore improvviso o una reazione allergica. Gli inquirenti hanno però escluso la morte violenta, confermando che non sono stati riscontrati segni di lesioni o violenze sul corpo del bambino.
Non è ancora chiaro se la madre e il bambino fossero in regola con i documenti e i permessi per risiedere in Italia, poiché la famiglia ha nazionalità marocchina. Non è noto da quanto tempo risiedessero nel paese, né se il piccolo fosse nato in Italia. Inoltre, al momento del decesso, il padre del bambino non era presente nella casa.