Torturata e lasciata senza cibo: madre francese a processo per la morte della figlia di 13 anni
Sandrine Pissarra è accusata di torture e abusi nei confronti della figlia Amandine, morta a soli 13 anni. La sentenza potrebbe arrivare il 24 gennaio.
Il caso di Amandine, una ragazza di soli 13 anni, ha scosso la Francia. La madre, Sandrine Pissarra, è accusata di tortura e barbarie dopo la morte della figlia, avvenuta il 6 agosto 2020. La bambina, alta 1.55 metri e pesante solo 28 chili, è stata trovata in condizioni disastrose, segno di anni di abusi fisici e psicologici da parte della madre e del suo compagno, Jean-Michel Cros.
Amandine è morta di arresto cardiaco, ma i referti medici indicano anche segni di dimagrimento estremo, setticemia e possibile sindrome da rialimentazione inappropriata. La sua morte ha rivelato una serie di violenze inflitte dalla madre, che la privava di cibo, la rinchiudeva in un ripostiglio e la puniva incessantemente. La giovane aveva anche perso dei denti e i capelli erano stati strappati.
Sandrine Pissarra, descritta come una donna arrabbiata e violenta, sembra aver trasferito su sua figlia l’odio che provava per il padre di Amandine, Frédéric Florès, dal quale si era separata. Questo odio avrebbe alimentato le violenze quotidiane, in un clima di costante tensione. La madre aveva anche cercato di giustificare le condizioni della figlia, affermando che Amandine soffriva di disturbi alimentari, ma le indagini hanno smentito questa versione.
La giovane, in quel periodo, era stata esclusa dalla scuola a causa del lockdown dovuto al Covid-19, e secondo la testimonianza di Pissarra, l’ultimo pasto che Amandine aveva accettato prima della morte era stato una zolletta di zucchero e una bevanda proteica, prima di vomitare e smettere di respirare.
Nel processo, che ha avuto inizio il 20 gennaio 2025, la madre rischia una condanna all’ergastolo, mentre Jean-Michel Cros rischia 30 anni per non aver impedito la morte della ragazza e per non averla protetta dalle violenze.
Questa tragica vicenda mette in luce l’importanza di monitorare le situazioni familiari delicate, dove la violenza psicologica e fisica può rimanere nascosta per anni, finché non diventa fatale. I dettagli di questo caso continuano a suscitare indignazione in tutta la Francia, mentre la giustizia cerca di fare chiarezza su quanto accaduto a questa giovane vita.