Francesco Marando trovato morto a casa sua, i figli arrestati per l’omicidio, uno è minorenne

Italia

È svolta nelle indagini sulla misteriosa morte di Francesco Marando, 54enne originario di San Luca, in provincia di Reggio Calabria, trovato senza vita il 12 gennaio in una abitazione di famiglia a Bovalino, nella Locride. L’uomo presentava una piccola ferita circolare alla testa. Nelle scorse ore, i carabinieri hanno fermato due figli dell’ex commerciante, uno dei quali minorenne, accusandoli di omicidio.

Omicidio legato a dissidi familiari: l’accusa contro i figli

Secondo l’accusa, i due giovani avrebbero ucciso il padre con un’arma da fuoco al culmine di una lite accesa, scaturita da contrasti familiari di lunga data. A sparare sarebbe stato il figlio maggiore, mentre entrambi avrebbero poi cercato di nascondere il cadavere, scoperto solo il giorno successivo. Le accuse a loro carico includono anche il reato di occultamento di cadavere e porto abusivo di armi.

Il corpo di Francesco Marando è stato rinvenuto dopo una chiamata al 112 da parte dei familiari nel pomeriggio di domenica 12 gennaio. Tuttavia, il medico legale ha stabilito che l’uomo era morto già dal giorno precedente, alimentando i sospetti degli inquirenti. Questo ha portato a concentrare le indagini sulle ore precedenti al decesso e sui rapporti familiari, fino a risalire ai due figli.

Confessione e dettagli sul delitto

Durante le indagini, i video delle telecamere di sorveglianza hanno immortalato gli spostamenti dei due fratelli, restringendo il cerchio attorno a loro. A quel punto, il figlio maggiore si è presentato spontaneamente dai carabinieri, accompagnato dai suoi legali, e ha confessato il delitto. “Era diventato violento con noi figli e con mia madre. Dopo l’ennesimo diverbio, l’ho ucciso,” ha dichiarato il giovane, ricostruendo gli eventi.

Il maggiore dei fratelli ha anche rivelato il luogo dove lui e il fratello si erano disfatti della pistola, una calibro 38 priva di matricola, nascosta in una zona isolata del Comune di Ardore. La pistola, insieme a bossoli e munizioni, è stata recuperata dagli inquirenti e sarà sottoposta a indagini scientifiche da parte del Ris dei carabinieri.

Oltre all’arma, è stata rinvenuta l’auto della vittima, nascosta in una zona di campagna nei pressi di Bovalino. Gli investigatori proseguono il lavoro per ricostruire il movente esatto dell’omicidio. Particolare attenzione è rivolta ai rapporti familiari e agli eventi che hanno preceduto il tragico epilogo.

Una tragedia familiare con profonde radici

Questo caso di omicidio familiare scuote profondamente la comunità della Locride. La vicenda mette in luce i drammi nascosti all’interno delle mura domestiche, portando alla ribalta temi di violenza e incomprensioni che, in questo caso, sono sfociati in una tragedia irreparabile.

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