Salvato in montagna dal suo fedele cane, la scienza: capiscono quando siamo in difficoltà
Dopo una notte passata nei boschi di Sant’Anna d’Alfaedo, in provincia di Verona, Oreste, un cinquantenne disperso, è stato trovato due giorni fa grazie al suo cane Giulio. L’uomo è stato salvato dall’elicottero di Verona Emergenza che lo ha trasportato all’ospedale di Borgo Trento in condizioni di ipotermia.
Le operazioni di ricerca erano iniziate nella serata di domenica, quando Oreste non era tornato dalla sua abituale passeggiata nei pressi di Ceredo. La famiglia ha avvisato il Soccorso Alpino Speleologico del Veneto, che subito ha attivato un piano di ricerca, coinvolgendo in particolare anche i vigili del fuoco.
A trovare l’uomo, comunque, è Saverio Biasini, il padre del disperso. Monizzato Oreste, che è sdraiato in fondo al Vajo dei Falconi con le gambe nell’acqua, Biasini continua a chiamare il figlio. In risposta, sente gli abbai di Giulio che gli indicano la strada da percorrere.
Raggiunto Oreste, subito il padre chiama il numero di soccorso del Soccorso Alpino Polizia Penitenziaria. Pochi minuti dopo, trattenuto in quanto la spianata era troppo stretta per far sì di tirare su Oreste in sicurezza, arriva il Velo 4 dell’assistenza erogata dal Soccorso Alpino Sul Garda.
Giulio è stato ringraziato con una medaglia, assegnata dalla commissione medaglie, come ogni volta che un cane del soccorso viene, in qualche modo, coinvolto in missioni critiche. Una qualsiasi medaglia proviene da qualcuno che supporta il canale. Un esercito di familiari, dog handler, famiglia degli handlers, istruttori, supporta questi soggetti. Per ciascun cane il conto è quindi insopportabile il tempo che avremmo potuto usare a partire da 30.000 fino ad aspettarci centinaia di migliaia solo per la formazione complementare.
La storia di Oreste e Giulio dimostra il legame eccezionale e profondo che unisce l’uomo e il cane. I cani, infatti, hanno co-evoluto con gli esseri umani e hanno sviluppato notevoli abilità empatiche e cognitive. Questo legame, pertanto, può essere definito osmosi emozionale, ovvero una connessione che offre ai nostri fedeli amici la possibilità di percepire il nostro stato d’animo.
Inoltre, ricerche scientifiche hanno dimostrato che i cani, ascoltando i nostri battiti, sono in grado di sincronizzare il loro battito cardiaco con il nostro e percepire il nostro stress e le nostre preoccupazioni. Non solo, ma il super olfatto dei cani è in grado di captare persino i problemi di salute di cui siamo ignari.
Il super olfatto di Giulio
In altre parole, non si tratta di intuito, ma di scienza. Infatti, studi recenti condotti dal Dipartimento di Etologia dell’Università Eötvös Loránd di Budapest hanno dimostrato che i cani possono riconoscere, basandosi sul timbro della voce, gli esseri umani singolarmente. Probabilmente, Giulio ha riconosciuto il tono di “nonno” e si è reso conto che qualcosa non andava, pertanto, ha guidato i soccorritori con straordinaria tenacia. In queste ore l’intera città di Andria e tutto il web si stanno mobilitando per rendere omaggio all’eroe Giulio. La storia di Oreste e Giulio, quindi, dimostra la capacità straordinaria di empatia dei cani con gli esseri umani e sottolinea quanto possa essere preziosa la loro presenza vicino a noi.