Alessia Pifferi accoglie la proposta di matrimonio fatta da uno sconosciuto mentre era in carcere
Nelle ultime ore si era diffusa la notizia che Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per l’omicidio della figlia di 18 mesi, Diana, avrebbe accettato una proposta di matrimonio ricevuta da uno sconosciuto. Tuttavia, la legale della donna, Alessia Pontenani, ha smentito categoricamente: “Non ci sarà nessun matrimonio”. Una vicenda che solleva interrogativi sulla condizione psicologica della donna, attualmente detenuta nel carcere di Vigevano, in provincia di Pavia.
Le lettere dallo sconosciuto: tra follia e inquietudine
Alessia Pifferi, condannata per aver lasciato morire la figlia sola in casa, avrebbe iniziato a ricevere lettere da uno sconosciuto durante la sua detenzione. Il contenuto di queste missive, mostrato per la prima volta nel programma “Quarto Grado”, è agghiacciante. L’uomo si dichiara innamorato di lei e giustifica il crimine commesso:
“Hai fatto bene a lasciar morire la tua piccola Diana in quel modo e quando ho saputo ho avuto una goduria estrema. Mi sono innamorato di te. Alessia: mi vuoi sposare?”.
La proposta di matrimonio contenuta nelle lettere aveva fatto il giro dei media, suscitando indignazione e polemiche. Tuttavia, la legale della donna ha chiarito che non ci sarà alcun matrimonio e ha posto l’attenzione sulla vulnerabilità della sua assistita.
La fragilità di Alessia Pifferi: il deterioramento cognitivo
Durante la trasmissione, l’avvocata Alessia Pontenani ha evidenziato il “deterioramento progressivo delle capacità cognitive” di Alessia Pifferi. “È una persona estremamente bisognosa di affetto e di amore da ogni parte esso provenga, e questo la rende pericolosa per se stessa”, ha dichiarato la legale. La donna, prossima ai 40 anni, sarebbe facilmente manipolabile e incline a farsi abbindolare anche da estranei, come dimostrano le sue reazioni alle lettere ricevute in carcere.
Mentre la vicenda delle lettere alimenta il dibattito pubblico, la posizione giudiziaria di Alessia Pifferi resta complessa. Alla fine di gennaio, inizierà il processo d’appello presso la Corte d’Assise di Milano, dove si discuteranno eventuali aggiornamenti sul caso. La donna, condannata lo scorso maggio, continua a essere al centro dell’attenzione per il suo passato, il crimine commesso e le sue condizioni psicologiche.
La vicenda di Alessia Pifferi, tra accuse di omicidio, proposte folli di matrimonio e segnali di profonda fragilità, resta una delle più controverse degli ultimi anni. La sua storia, tristemente legata alla morte della piccola Diana, è un monito su quanto sia necessario approfondire il contesto psicologico e sociale delle persone coinvolte in casi così drammatici.