Uccisa dai cani a Latina, Patricia sognava di fare la cantante: il dolore del papà e della zia
La 29enne barista, madre di un bambino di sei anni, sognava di diventare cantante. Le indagini cercano di chiarire le dinamiche dell’accaduto.
La morte di Patricia Masithela, 29 anni, sbranata da quattro pitbull in una villa abbandonata a Latina, ha scosso profondamente la sua famiglia e la comunità. Una tragedia che lascia aperti molti interrogativi e un vuoto incolmabile per i suoi cari, tra cui un bambino di sei anni che non potrà più abbracciare sua madre. Il dolore e l’incredulità della famiglia emergono dalle parole della zia e del padre, che chiedono risposte e giustizia.
Il dramma raccontato dalla famiglia: una perdita inaccettabile
La notizia della morte di Patricia ha sconvolto la famiglia, che ancora cerca di capire come sia potuto accadere un evento così crudele. La zia della giovane, intervistata dal programma Ore14 su Rai 2, ha espresso il proprio dolore:
“Una notizia così non si può accettare. Non ci ho dormito ed è assurdo pensare a quello che ha passato in quegli attimi. Spero si faccia luce su come è successo, perché ancora non sappiamo niente”.
La zia ha anche ricordato i sogni e le qualità di Patricia:
“Lei voleva diventare cantante, era bravissima. Lascia un bambino di sei anni che ha il suo stesso sorriso”.
Il padre, distrutto dal dolore, ha sintetizzato i suoi sentimenti in una sola parola: “Rabbia”.
Cosa sappiamo finora: il racconto dei fatti
La tragedia si è consumata nella notte del 10 gennaio, quando Patricia è entrata nel giardino di una villa fatiscente e abbandonata. Lì è stata immediatamente assalita da quattro pitbull di proprietà di un uomo residente a Latina, un 40enne con precedenti per droga. I cani l’hanno attaccata brutalmente, mordendola in più parti del corpo.
Le grida disperate della donna hanno allertato i vicini, che hanno subito chiamato i soccorsi. Tuttavia, nonostante l’intervento rapido delle forze dell’ordine e del personale sanitario, le ferite riportate erano troppo gravi. Patricia è morta poco dopo l’arrivo in ospedale.
Un caso ancora avvolto nel mistero
Le indagini sulla morte di Patricia sono ancora in corso, e molti aspetti della vicenda restano poco chiari. Le autorità stanno cercando di capire:
- Perché Patricia si trovasse nella villa abbandonata in piena notte.
- Che tipo di rapporto avesse con il proprietario dei cani, che al momento della tragedia era irreperibile.
- Le condizioni in cui i cani venivano tenuti, per valutare eventuali responsabilità legate alla loro gestione.
Questi interrogativi sono cruciali per determinare se ci siano state negligenze o violazioni che abbiano contribuito alla tragedia.
Una tragedia che lascia un vuoto incolmabile
Patricia era una giovane donna piena di vita, amata da chi la conosceva. Barista di professione, coltivava il sogno di diventare cantante. La sua morte lascia un vuoto enorme nella vita della sua famiglia, in particolare del suo bambino di sei anni. La zia ha ricordato con commozione:
“Era una madre amorevole, il suo bambino era tutto per lei. Avevano un legame speciale. Nessuno potrà mai sostituirla”.
Questo tragico evento evidenzia anche il bisogno di una maggiore attenzione alla sicurezza pubblica e alla gestione degli animali da parte dei proprietari.
Il proprietario dei cani e le responsabilità legali
Il proprietario dei pitbull, un uomo con un passato segnato da problemi legali, è stato denunciato per omicidio colposo. Al momento dell’attacco, l’uomo non era presente e, secondo alcune fonti, i cani vivevano in condizioni di semi-abbandono nella villa.
Le autorità stanno valutando se il comportamento del proprietario abbia violato le normative sulla gestione degli animali, contribuendo a creare una situazione di pericolo per Patricia e, potenzialmente, per altre persone.