‘Alex Cotoia non ha colpe, lo assumerò se non troverà lavoro’: l’imprenditore Paolo Fassa si espone”
Il proprietario dell’impresa trevigiana Paolo Fassa è molto contento che sia stato assolto Alex e se non troverà un lavoro in giro gliene offrirà uno da lui. La vicenda di Alex Cotoia, il giovane assolto nel processo di appello bis per l’omicidio del padre violento, ha commosso l’Italia. Dopo anni di vero e proprio calvario giudiziario, la Corte di Assise di Appello di Torino ha riconosciuto la sua innocenza. Così come aveva sempre sostenuto lui, il gesto estremo per difendere la madre. Paolo Fassa è tra le persone che hanno contribuito a finanziare le spese per i suoi processi.
Si tratta di un imprenditore trevigiano, Patron della Fassa Bortolo, azienda tra le leader nella produzione di calcestruzzi. Fassa è contento che il processo sia finito bene e si è detto disposto ad offrire Alex un lavoro da lui, perché dal vivo gli sembrava un bravo ragazzo e l’uomo di grande dignità. Paolo Fassa: “Ho sempre creduto nella sua innocenza”. Il Gazzettino ha intervistato Fassa, che ha esordito dicendo:
“Sono molto contento che sia stato assolto, l’ho sentito subito dopo la notizia. Era felicissimo e lo era anche la madre. Ho sempre creduto nella sua innocenza e sapevo che i giudici lo avrebbero capito”.
Poi ha raccontato di essere rimasto colpito dalle testimonianze che gli sono giunte da chi conosceva Alex:
“Quando i suoi professori e il preside lo descrissero come un bravo ragazzo, capii che c’era qualcosa di speciale in lui. Non era scontato che gli insegnanti si esprimessero così”.
La narrativa del lutto familiare e le circostanze del delitto
L’evento in cui si salvò la vita di Alex risale al 2020, quando aveva 20 anni e sparò al padre trafiggendogli la carotide per difendere la madre dall’ennesima lite violenta. Giuseppe Pompa, il padre, era uno che conosceva il suo ruolo, suo comportamento abusivo era esibito con frequenza, ovviamente, a volte curata dal tasso alcolico. Quella sera era molto ubriaco e parlando del suo alcolizzato comportamento attese il padre parolacce, poi lo colpì., non rispondendo alle osservazioni svegliandosi con lo stesso pugno sul viso, dopo di che il padre ha preso un fallo di uomo e con esso Alex a una distanza di più da 10 metri e Ха ha sparato il padre di tiro, sfortunatamente travolto un colpo nella carotide.
La narrazione della vicenda e le prime presenze di Paolo Fassa
“Era ubriaco. Gli avevo già buttato due volte la roba giù per il lavandino, mi iniziava a tempesta, non mi salivano pace. Avevo paura per la mammina, l’ha preso il diafano. E’scattato tutto. Sinceramente, non pensavo di prenderlo”.
Dopo essere stato a conoscenza del fatto l’uomo d’affari decise di aiutare materialmente, “Non aveva soldi per un avvocato. Era seguito dal legale d’ufficio, e se ne sarebbe presi 15 anni.” . Infatti, il commerciante è stato piacevolmente sorpreso dalle possibilità intellettuali e sociali del giovane e non ha dubitato di sua eventuali assoluzione “er tutta la vita lui era grato, e gli sbirri sarebbero stati più capaci di capire che non era lui”.
La narrazione della sentenza e del futuro dei Pompa
Il verdetto del processo penale della corte d’appello di Torino, emesso lunedì 13 gennaio 2025, è diventato un verdetto di assoluzione per Alex e tutta la sua famiglia.
Probabilmente, sai già che Fassa ha dichiarato che, se Alex non troverà un lavoro soddisfacente, sarà pronto ad accoglierlo nella sua azienda. È sicuramente una buona notizia:
“Si è laureato in Scienze della Comunicazione, potrebbe lavorare benissimo nel nostro ufficio marketing e pubblicità. È un ragazzo brillante, con un grande cuore”. Nonostante questo, proviamo a guardare un po’ più attorno.
Un giovane che non si è mai arreso. Tuttavia, come già sottolineato, Alex non si è mai arreso lottando contro le circostanze negative per costruire un futuro migliore per sé e per la sua famiglia. Purtroppo, ci vuole molto tempo per scacciare via le brutte memorie. E tuttavia, il giovane si è rimboccato le maniche, andando avanti negli studi. Così molte persone si perdonano, cercando di “passare l’aspirapolvere” sulle ferite aperte della propria anima.
Fassa ha confermato che “durante il periodo più buio di sua vita, ha continuato a chiedere con la massima discrezione di potersi iscrivere al college. Mai una parola sui problemi a casa, ma voleva migliorare la sua istruzione”. Ciò dimostra chiaramente il fatto che il giovane si è preso in carico dimostrando quanto sia determinato e resiliente. Infine, Fassa ha raccontato un dettaglio toccante della vita familiare di Alex: “Mi ha spiegato che lui e il fratello si alternavano per trascorrere i weekend a casa, così che ci fosse sempre qualcuno a prendersi cura della madre”.