Fine dei raduni nel campo delle preghiere a Trevignano Romano: il Comune acquisisce l’area

Il Comune di Trevignano Romano procederà nei prossimi giorni con l’acquisizione del campo delle preghiere della veggente Gisella Cardia, dopo il mancato rispetto delle ordinanze previst.

Il campo delle preghiere transennato

Il Comune di Trevignano Romano ha annunciato ufficialmente lo sgombero e l’acquisizione del campo delle preghiere associato alla figura di Gisella Cardia, una veggente molto nota. Il 27 agosto, il Consiglio di Stato ha confermato il provvedimento comunale, il quale stabilisce la necessità di sgomberare l’area in questione per il mancato rispetto di regolamenti sull’esercizio del culto. Il provvedimento è stato confermato dopo il rigetto del ricorso presentato da Gianni Cardia, marito di Gisella e presidente dell’associazione Madonna di Trevignano Romano, assistiti dall’avvocato Adriano Tortora.

La deputata locale, Claudia Maciucchi, ha dichiarato: “Il Consiglio di Stato ha ratificato le misure adottate dal Comune, dato l’abuso nell’esercizio dell’attività di culto. È stata quindi intimata all’associazione Madonna di Trevignano la rimozione delle attrezzature installate per tali attività e l’interruzione di ogni forma di culto.” In caso di mancata ottemperanza entro i 90 giorni stabiliti, l’area sarebbe passata al patrimonio pubblico.

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Il termine per la rimozione delle attrezzature è scaduto il 27 agosto e, come confermato dalla polizia locale, il provvedimento non è stato rispettato. Il 3 agosto scorso si è svolta una manifestazione di culto non autorizzata. “Secondo quanto disposto dal Consiglio di Stato, ogni attività di culto è ora vietata, e ci apprestiamo a rimuovere le attrezzature per effettuare l’acquisizione dell’area”, ha aggiunto Maciucchi.

L’avvocato Gianluigi Pellegrino, legale del Comune, ha commentato: “L’associazione avrebbe dovuto seguire le ordinanze comunali richieste dalla legge, ma ha scelto di ignorarle. Ora dovrà affrontare le conseguenze di tale scelta.”

Cosa dice la sentenza del Consiglio di Stato su Trevignano

Il Consiglio di Stato, nella sua decisione, ha respinto il ricorso presentato da Gianni Cardia. Tra i manufatti da rimuovere dal campo vi sono due croci in legno alte circa due metri, una con la statua di Cristo, 13 statuine che rappresentano la Passione di Cristo, due inginocchiatoi e un altare in marmo. Inoltre, l’ordine prevede l’abbattimento di undici lampioni a energia solare, tre ombrelloni, una cisterna, e una capanna in legno contenente materiale religioso. I giudici hanno sottolineato che tali manufatti costituiscono un incremento significativo del carico urbanistico in una zona agricola, considerando il numero notevole di partecipanti che si radunano durante le manifestazioni di culto.

A Trevignano Romano, la situazione riflette non solo la volontà di applicare le norme vigenti ma anche il desiderio di mantenere l’equilibrio tra attività culturali e rispetto delle leggi urbanistiche. Mentre molti residenti seguono con interesse l’evoluzione della vicenda, resta da vedere come l’acquisizione dell’area influenzerà le dinamiche locali e il rapporto tra il Comune e la comunità di fede. La sindaca ha sottolineato l’importanza della legalità nel processo, segnalando l’impegno dell’amministrazione a garantire che le regole vengano seguite da tutti, senza eccezioni.

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