Tragedia in famiglia: pattinatrici cugine perdono la vita, la madre condannata a 2 anni

Italia

Il 24 marzo ha segnato un capitolo importante nella tragica vicenda che ha colpito la comunità trentina nel 2017, quando un incidente stradale lungo l’Autostrada A22 ha portato via due giovani vite. L’incidente, avvenuto nei pressi della frazione di Mattarello di Trento, ha visto un’automobile incastrarsi sotto un camion, causando la morte immediata di due cugine, Gioia e Ginevra, di 9 e 17 anni.

Le ragazze stavano tornando a casa dopo aver partecipato a una competizione di pattinaggio artistico a Merano, insieme alle loro madri, Monica e Graziella Lorenzatti, sorelle unite dalla passione per questo sport. La tragedia non ha solo spezzato le vite delle due giovani, ma ha anche avuto conseguenze devastanti per le loro famiglie. Graziella, dopo aver subito gravi ferite, è rimasta in coma e ha perso la vita venti mesi dopo l’incidente, nel 2019, portando il numero delle vittime a tre.

L’incidente ha sollevato interrogativi e ha portato a lunghe indagini. Monica Lorenzatti, alla guida dell’auto, è stata accusata di omicidio stradale. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l’impatto fatale sarebbe stato causato da una brusca frenata del camion che precedeva l’auto, ma anche da possibili errori nella manovra da parte di Monica.

Il 24 marzo, il tribunale ha emesso la sua sentenza: Monica, originaria di Villarbasse (Torino), è stata condannata a due anni di reclusione, così come il conducente del camion, Alberto Marchetti, 66enne di Medolla (Modena), coinvolto nell’incidente. La pubblica accusa aveva inizialmente richiesto un anno di carcere per Monica.

L’avvocato difensore di Lorenzatti, Claudio Tasin, ha espresso la sua delusione: “Puntavamo all’assoluzione, il fatto era imprevedibile e inevitabile.” Il legale ha sottolineato che ci sono stati problemi con i freni del camion, confermati da una consulenza tecnica, e ha evidenziato la frenata improvvisa e la mancanza di bulloni che hanno compromesso la barra para incastro.

La Procura, d’altra parte, ha accolto con soddisfazione la sentenza. Hanno sottolineato l’importanza della battaglia legale e la revisione dei risultati della perizia iniziale, che ha portato a chiedere la condanna del camionista, mentre prima si era valutata l’archiviazione del caso.

Entrambi gli avvocati degli imputati hanno annunciato l’intenzione di presentare ricorso contro la sentenza. La vicenda ha suscitato grande attenzione mediatica e ha toccato profondamente la comunità locale, che continua a fare i conti con il dolore e le conseguenze di quella notte tragica.

Il caso di Gioia e Ginevra ha messo in luce la necessità di una maggiore sicurezza stradale e di un’attenzione particolare nei confronti delle famiglie colpite da incidenti simili. La lotta per la giustizia continua, mentre le famiglie delle vittime cercano di trovare un senso in una tragedia che ha segnato profondamente le loro vite.

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