Aggressione choc a San Vittore: detenuto 38enne minaccia e violenta una psicologa con una lametta

Italia

Lo scorso lunedì 17 marzo, un episodio di grave violenza si è verificato all’interno del carcere milanese di San Vittore, dove un detenuto è stato arrestato dalla polizia penitenziaria con l’accusa di violenza sessuale e sequestro di persona. L’uomo, un 38enne di nome Alessandro Merico, svolgeva il ruolo di scrivano all’interno della struttura penitenziaria e avrebbe minacciato una psicologa con una lametta da barbiere monouso, costringendola a subire abusi sessuali.

Secondo le informazioni fornite dall’agenzia di stampa Ansa, Merico, attualmente detenuto a San Vittore per un cumulo di pene che si estinguerà l’anno prossimo, avrebbe abusato della psicologa di 34 anni in un’area del penitenziario dove aveva accesso. Approfittando della situazione, l’uomo avrebbe invitato la professionista a entrare nel bagno della stanza “barberia”, giustificando la richiesta con la necessità di prendere alcune sedie. Una volta all’interno, ha chiuso la porta, impedendo alla donna di uscire, e, dopo averla minacciata di morte con la lametta, ha perpetrato l’abuso.

L’intervento della polizia penitenziaria è avvenuto in seguito alle urla disperate della psicologa, che era riuscita a divincolarsi e scappare. Gli agenti, allertati dalla situazione, sono intervenuti prontamente per arrestare Merico. Il giudice per le indagini preliminari, Alberto Carboni, ha convalidato l’arresto come richiesto dalla procuratrice di turno, Daniela Bartolucci.

Merico non è nuovo a episodi di violenza. Nel 2016, durante un permesso di uscita dal carcere di Bollate, era stato arrestato per aver pedinato e violentato una ragazza di 16 anni a Assago. Questo precedente lo aveva portato a una condanna di 6 anni e 8 mesi di reclusione. Il giudice Carboni, dopo aver convalidato l’arresto, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Merico. Difeso dall’avvocato Gabriele Caputo, il detenuto sarà trasferito nei prossimi giorni nel carcere di Sassari.

L’episodio ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie e alla gestione dei detenuti con precedenti di violenza. La polizia penitenziaria ha sottolineato l’importanza di garantire un ambiente sicuro per il personale e per i professionisti che operano all’interno delle carceri, come nel caso della psicologa coinvolta.

La violenza all’interno delle carceri è un tema delicato e complesso, che richiede attenzione e misure adeguate per prevenire situazioni simili. Le autorità competenti sono chiamate a riflettere su come migliorare la sicurezza nelle strutture penitenziarie e a garantire la protezione di chi lavora in tali ambienti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *