Roberto Benigni esalta l’Europa su Rai1 mentre Meloni la mette in discussione

Spettacolo e Tv

La prima serata di Roberto Benigni su Rai1 ha suscitato un certo scetticismo tra gli spettatori. Dopo anni di successi straordinari, che lo avevano visto protagonista in eventi memorabili dedicati a temi come Dante e la Costituzione, l’approccio di Benigni in televisione era stato percepito come una sorta di obbligo, una “tassa” da pagare. Tuttavia, il monologo di ieri sera, incentrato sull’Unione Europea, ha sorpreso tutti, dimostrando che l’attore ha ancora molto da offrire.

Con una forza e una determinazione rinnovate, Benigni ha saputo far dimenticare il suo intervento piuttosto tiepido al Festival di Sanremo 2025, dove si era sollevata la questione se avesse ancora il carisma di un tempo. In questa nuova performance, ha costruito una serata sontuosa dedicata a un argomento che, a prima vista, potrebbe sembrare noioso: l’Unione Europea, spesso criticata e vista come un’entità distante dai cittadini.

In un contesto politico attuale caratterizzato da tensioni, Benigni ha scelto di “riportare la chiesa al centro del villaggio”, interrompendo il clima di polemica creato da Giorgia Meloni, che nel pomeriggio aveva deriso il Manifesto di Ventotene, un documento fondamentale per l’europeismo redatto da tre antifascisti. Mentre la premier metteva in discussione i principi fondanti dell’Unione, Benigni ha colto l’occasione per celebrare le radici e i valori dell’Unione Europea, affermando: “L’Unione Europea è la più grande costruzione istituzionale, politica, sociale, economica, degli ultimi 5mila anni realizzata dall’essere umano sul pianeta Terra.” Queste parole hanno risuonato come una risposta ferma alle critiche della premier, nonostante il monologo fosse stato preparato e registrato in precedenza.

Il comico ha offerto un punto di vista chiaro e incisivo, contrapposto a qualsiasi idea di divisione o barriera. Ha affrontato il tema dei dazi, con un riferimento esplicito a Donald Trump, citando una scena iconica di Non ci resta che piangere, dove si immagina un’Europa piena di ostacoli: “Immaginiamo per assurdo un’Europa così, piena di dazi e frontiere. Chi siete? Che cosa portate? Un Fiorino.” Questo richiamo ha strappato sorrisi al pubblico, ma ha anche sollevato interrogativi su come il suo messaggio possa essere interpretato in un momento in cui le divisioni sembrano prevalere.

La serata di Benigni ha suscitato reazioni contrastanti, e ci si aspetta che possano emergere critiche e polemiche per il suo approccio diretto e per il messaggio apparentemente in controtendenza rispetto ai sentimenti prevalenti in alcuni ambienti politici. Tuttavia, se ciò dovesse accadere, sarebbe un segnale positivo: significherebbe che Benigni è tornato a occupare un posto di rilievo nel panorama culturale italiano, ammesso che fosse mai scomparso.

In un periodo in cui la narrazione politica tende a enfatizzare le divisioni, il monologo di Benigni ha rappresentato un tentativo di riunire i cittadini attorno a un ideale comune, quello dell’Unione Europea. La sua capacità di affrontare temi complessi con umorismo e profondità ha reso la serata memorabile e ha dimostrato che l’arte può ancora svolgere un ruolo cruciale nel dibattito pubblico.

La reazione del pubblico è stata calorosa, e molti hanno apprezzato la sua capacità di affrontare la tematica europea con una freschezza e un’energia che sembravano mancare nelle sue recenti apparizioni. La comunità televisiva e i fan di Benigni sperano che questa performance segni l’inizio di una nuova era per l’attore, capace di affrontare temi rilevanti con la sua tipica passione e intelligenza.

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