Obbligata con il fratello a nutrirsi di cibo per gatti e a lavarsi una volta al mese, genitori condannati
Un caso di violenza familiare ha scosso la comunità, portando alla luce anni di abusi subiti da due fratelli da parte dei propri genitori. La denuncia è stata presentata nel 2019 dalla figlia maggiore, oggi 27enne, che ha raccontato agli inquirenti gli orrori vissuti durante la sua infanzia. “Sono una sopravvissuta”, ha dichiarato, descrivendo una serie di maltrattamenti che hanno segnato la sua vita e quella del suo fratellino.
La vicenda è emersa quando la giovane, all’epoca 22enne, si è rivolta alle forze dell’ordine per denunciare le violenze subite sin dall’età di 8 anni. Ha raccontato di come i genitori imponessero pratiche umilianti, come l’obbligo di mangiare croccantini per gatti e di svegliarsi all’alba per partecipare a “riti di purificazione” che includevano preghiere in latino. Anche il fratello minore viveva la stessa situazione, costretto a fare la doccia solo una volta al mese, poiché i genitori li consideravano “la reincarnazione del diavolo”.
Dopo la scuola, i due bambini erano costretti a rimanere in stanze buie, prive di lampadine e giocattoli, e dovevano guardare film dell’orrore sotto il controllo dei genitori. Con il passare del tempo, la situazione è degenerata ulteriormente e sono iniziati anche gli abusi sessuali. La figlia maggiore ha raccontato di essere stata costretta a subire le molestie del padre, mentre la madre, quando cercò aiuto, la respinse affermando che “era tutto normale”.
Durante l’adolescenza, la giovane ha tentato di inviare segnali di aiuto ai vicini, lasciando bigliettini sotto la porta, ma nessuno intervenne. La sua liberazione dall’incubo è avvenuta solo quando il padre, gravemente malato, è stato ricoverato in ospedale. I giudici del tribunale di Firenze hanno ritenuto credibile il racconto della giovane, che ha finalmente trovato il coraggio di parlare.
La sentenza ha portato a una condanna di 20 anni di reclusione per il padre, oggi 82enne, e di 16 anni per la madre, di 64 anni. Entrambi sono stati inoltre condannati a cinque anni di libertà vigilata e a un divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori per un periodo di dieci anni. La coppia dovrà anche risarcire i figli, con un importo di 900mila euro per la figlia e 300mila euro per il fratello, entrambi costituitisi parte civile nel processo.
Questa triste vicenda mette in evidenza le difficoltà che molte vittime di abusi devono affrontare nel trovare il coraggio di denunciare i propri aguzzini. La giovane donna ha dimostrato una forza straordinaria nel superare le esperienze traumatiche della sua infanzia e nel cercare giustizia per sé e per il fratello.
Le autorità locali e le organizzazioni per la tutela dei minori stanno ora lavorando per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di riconoscere e denunciare situazioni di abuso, affinché altri bambini non debbano subire esperienze simili. La condanna dei genitori rappresenta un passo importante verso la giustizia, ma solleva anche interrogativi su come prevenire tali tragedie in futuro.