Il caso di Ciccio e Tore: scomparsi e rinvenuti morti in un edificio abbandonato
Nel cuore di Gravina di Puglia, un antico casolare conosciuto come la “casa delle cento stanze” nasconde una delle storie più tragiche e inquietanti degli ultimi anni. Questo edificio in mattoni, un tempo dimora della nobile famiglia Pellicciari, è diventato il teatro di una scoperta agghiacciante. Era il 25 febbraio 2008 quando Michelino, un ragazzino di 12 anni, cadde in un pozzo all’interno del casolare. Fortunatamente, il bambino si salvò, ma ciò che venne trovato sul fondo di quella cisterna cambiò per sempre la vita di una comunità intera.
Durante il salvataggio di Michelino, i vigili del fuoco fecero una scoperta scioccante. Sul fondo del pozzo giacevano i corpi mummificati di due bambini. I resti, conservati dalle particolari condizioni climatiche del luogo, furono identificati come quelli di Francesco e Salvatore Pappalardi, affettuosamente chiamati Ciccio e Tore, scomparsi due anni prima, nel giugno del 2006.
Accanto ai corpi, giacenti nella cisterna, vennero trovati un giubbotto e delle scarpette, che raccontavano una storia di disperazione. I graffi sulle pareti del pozzo rivelavano il tentativo disperato dei bambini di risalire da quella trappola mortale. La comunità di Gravina, già colpita dalla loro scomparsa, si trovò di fronte a una verità ancora più dolorosa.
La scomparsa di Ciccio e Tore: un mistero lungo due anni
Era il 5 giugno 2006 quando Ciccio e Tore, rispettivamente di 13 e 11 anni, uscirono di casa per giocare, ma non fecero mai ritorno. Da venti giorni i fratellini vivevano con il padre, Filippo Pappalardi, dopo che il Tribunale per i minorenni di Bari aveva deciso di affidarglieli. La madre, Rosa Carlucci, viveva con il suo nuovo compagno a Santeramo in Colle, mentre la sorella maggiore era rimasta con lei.
Quella sera, Filippo denunciò la scomparsa dei figli alle autorità, dando il via a una frenetica ricerca. Ma più passavano le ore, più diminuivano le speranze di trovarli vivi. La cittadina pugliese fu scossa da sospetti e mormorii, con voci che parlavano di rapimenti, pedofili e orchi. Tuttavia, l’attenzione degli inquirenti si concentrò presto sulla famiglia.
Le indagini e i sospetti sul padre
Le ombre si addensarono su Filippo Pappalardi, descritto come un uomo violento e collerico. La sera della scomparsa, il suo cellulare risultava spento per diverse ore, un dettaglio che alimentò i sospetti. A novembre 2007, Filippo fu arrestato con l’accusa di sequestro di persona, duplice omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Gli inquirenti ipotizzarono che i fratellini fossero stati puniti dal padre in un momento di rabbia e che l’episodio fosse sfuggito al suo controllo. Tuttavia, la svolta arrivò il 25 febbraio 2008, quando i corpi dei bambini vennero ritrovati. L’autopsia rivelò che Ciccio e Tore erano morti a causa della caduta nel pozzo e delle conseguenti ferite. Non vi erano segni di maltrattamenti: Ciccio morì per un’emorragia, mentre Tore sopravvisse per alcune ore, morendo per fame e freddo.
Una tragedia evitabile
Il ritrovamento dei corpi sollevò una domanda angosciante: perché nessuno aveva cercato i bambini in quel casolare abbandonato? La “casa delle cento stanze” era nota ai ragazzi del posto come luogo di gioco, ma nessuno pensò di ispezionarla durante le ricerche. Le grida disperate di Ciccio e Tore non furono mai udite, e i fratellini rimasero intrappolati in quella cisterna, soli e senza aiuto.
Il papà scagionato e l’archiviazione del caso
Dopo il ritrovamento, Filippo Pappalardi fu scagionato da ogni accusa e rilasciato nell’aprile 2008. L’inchiesta venne definitivamente archiviata nel 2016. Nonostante ciò, dubbi e domande continuarono a circondare la vicenda. Rosa Carlucci, la madre dei bambini, sostenne che quella sera Ciccio e Tore fossero in compagnia di altri ragazzi, i quali avrebbero nascosto informazioni cruciali.
Filippo, intanto, ricevette un risarcimento di 65mila euro per l’ingiusta detenzione e i danni subiti, ma il dolore per la perdita dei figli rimase una ferita aperta.
Un caso che ha scosso l’Italia
La storia di Ciccio e Tore è una delle più tragiche nella cronaca italiana recente. Non solo per la morte dei due fratellini, ma anche per il modo in cui le indagini si concentrarono sulla ricerca di un colpevole, piuttosto che sulla possibilità di ritrovarli vivi.
Questo caso ci ricorda quanto sia importante ascoltare, agire tempestivamente e non lasciare nulla al caso, soprattutto quando si tratta di vite innocenti. La “casa delle cento stanze” rimane un simbolo di mistero e dolore, un luogo che nasconde una storia che non sarà mai dimenticata.