Scambiata per tumore un’infiammazione: le tolgono la tiroide, risarcita con 72mila euro

Italia

Una diagnosi sbagliata ha cambiato la vita di una donna: rimozione della tiroide, anni di battaglie legali e un risarcimento di 72mila euro.

Nel 2017, una donna di 54 anni ha vissuto un incubo che nessuno vorrebbe mai affrontare. Tutto è iniziato quando ha scoperto un nodulo sospetto alla base del collo. Preoccupata, si è rivolta a uno specialista che, dopo un’ecografia, ha individuato una formazione nodulare solida. Per approfondire, è stato eseguito un esame istologico e un agoaspirato, il cui referto indicava una possibile compatibilità con una metastasi da carcinoma papillifero della tiroide.

Convinta della gravità della situazione, il 16 febbraio 2017 la paziente si è recata nuovamente dal medico, che le ha consigliato un intervento di tiroidectomia totale. L’operazione è stata effettuata il 9 marzo presso una clinica privata, dove la tiroide è stata completamente rimossa. Tuttavia, solo sei giorni dopo l’intervento, è arrivata una notizia inaspettata e sconvolgente: i risultati del laboratorio di anatomia patologica privato hanno rivelato che non si trattava di un tumore, bensì di una semplice infiammazione nota come tiroidite cronica di Hashimoto.

Questa scoperta ha dato il via a una lunga e tortuosa battaglia legale. La donna ha deciso di sporgere denuncia contro il chirurgo e la clinica privata per l’errore diagnostico che l’ha portata a subire un intervento inutile e invasivo. Dopo otto anni di processi e perizie, il Tribunale civile di Pesaro ha finalmente emesso la sentenza: alla paziente spetta un risarcimento di 72.100,52 euro, oltre al rimborso delle spese legali.

Il caso evidenzia quanto sia cruciale una diagnosi accurata e quanto devastanti possano essere le conseguenze di un errore medico. La donna, che oggi vive senza tiroide, deve affrontare le implicazioni di questa condizione per tutta la vita, gestendo i sintomi e la terapia sostitutiva con farmaci.

Lezioni da Imparare

Questa vicenda sottolinea l’importanza di affidarsi a medici esperti e strutture qualificate per diagnosi complesse. Errori come questo non solo compromettono la salute fisica del paziente, ma lasciano anche cicatrici emotive profonde. La giustizia ha fatto il suo corso, ma il prezzo pagato dalla donna è stato altissimo.

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