Gisella Cardia, il sangue sulla statua della Madonna di Trevignano appartiene alla veggente. Lei: «L’ho toccata e baciata»
La vicenda della Madonna di Trevignano si arricchisce di un nuovo capitolo che potrebbe cambiare tutto. Le analisi effettuate nei laboratori di Tor Vergata hanno confermato che il sangue presente sulla statua piangente appartiene a Gisella Cardia, la veggente che sosteneva la veridicità delle lacrimazioni. La scoperta ha suscitato scalpore tra i fedeli e ha dato nuova linfa all’indagine per truffa avviata dalla procura di Civitavecchia.
Il caso della Madonna piangente: una storia che parte dal 2016
La vicenda è iniziata nel 2016, quando Gisella Cardia ha cominciato a radunare pellegrini a Trevignano, sostenendo di ricevere messaggi dalla Madonna piangente. Con il tempo, l’evento si è trasformato in un fenomeno mediatico e religioso, attirando decine di fedeli sul Campo delle Rose, dove si svolgevano celebrazioni e preghiere. Tuttavia, il crescente interesse ha attirato anche l’attenzione delle autorità, che hanno avviato un’indagine per abuso di credulità popolare.
Le prime analisi avevano già rivelato che il sangue sulla statua era di origine umana, ma non animale, un dettaglio che ha sollevato ulteriori domande. La procura di Civitavecchia ha quindi ordinato una perizia genetica per accertare l’identità del DNA trovato sulla statua.
Le analisi di Tor Vergata: il sangue è di Gisella Cardia
I risultati delle analisi di laboratorio hanno confermato che il sangue è compatibile con il profilo genetico di Gisella Cardia. Questa scoperta potrebbe portare la veggente a un rinvio a giudizio per truffa, ma il suo avvocato, Solange Marchignoli, ha dichiarato che è necessario attendere ulteriori dettagli.
“Aspettiamo di sapere se si tratta di un profilo misto o singolo,” ha spiegato l’avvocato. “Se il DNA è solo di Gisella, è chiaro che lo ha messo lei. Ma se è misto, potrebbe contenere anche tracce di altro DNA. Chi può dire quale sia il DNA della Madonna?”
Secondo l’avvocato, Gisella avrebbe maneggiato e baciato la statua, il che potrebbe spiegare la presenza del suo sangue. Tuttavia, la procura sembra intenzionata a proseguire con l’accusa, considerando le implicazioni legate al fenomeno religioso e alle donazioni raccolte durante le celebrazioni.
La Madonna di Trevignano ha diviso l’opinione pubblica. Da una parte, ci sono i fedeli che continuano a credere nella santità delle apparizioni, dall’altra, chi vede nella vicenda un caso di manipolazione della fede per scopi personali. La procura di Civitavecchia, infatti, non si è limitata alla perizia sul sangue: ha anche ordinato la rimozione dei manufatti abusivi presenti sul Campo delle Rose, dove si svolgevano le celebrazioni.
Cosa succederà ora?
Con i risultati delle analisi ormai acquisiti, la procura potrebbe decidere di procedere con il rinvio a giudizio di Gisella Cardia. Se il profilo genetico sarà confermato come univoco, le accuse di truffa potrebbero rafforzarsi ulteriormente. Tuttavia, il caso solleva anche interrogativi più ampi sulla linea sottile tra fede e legalità, e su come le autorità debbano gestire fenomeni religiosi che coinvolgono migliaia di persone.
La storia della Madonna di Trevignano è un esempio emblematico di come la fede possa intrecciarsi con questioni legali e scientifiche. La scoperta che il sangue della statua appartiene alla veggente Gisella Cardia getta un’ombra su tutto il fenomeno, lasciando i fedeli in uno stato di confusione e dubbio.
Mentre le indagini proseguono, resta da vedere quale sarà l’esito finale di questa vicenda che, tra mistero e scandalo, continua a tenere banco nell’opinione pubblica.
![Teresa Zecca](https://www.newsitaliane.it/wp-content/uploads/2025/01/Screenshot-2025-01-24-alle-12.49.05.png)