La figlia del custode che ha sparato ad Anton Ciurciumel sulla Cassia: “Mio padre ha avuto coraggio”

Italia

Antonio Micarelli risulta attualmente indagato in un procedimento per omicidio volontario, accusato di aver ucciso Anton Ciurciumel, un giovane di 24 anni, sorpreso mentre tentava di svaligiare la sua abitazione qualche giorno fa.

La figlia di Micarelli, Laura, ha dichiarato al “Messaggero”: “Non ho ancora potuto parlare con mio padre né con mia madre, ma, nonostante da tempo sappia cosa sia accaduto, mi sembra di poter dire che mio padre è stato coraggioso. Non si è limitato a chiudersi dentro casa, ma, accorgendosi che qualcosa di strano stava accadendo, ha avuto il coraggio di intervenire”.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe esploso dieci colpi di pistola, arma regolarmente detenuta, contro alcuni ladri che, all’alba, si erano introdotti in un appartamento situato lungo la via Cassia, a circa due chilometri da Roma. I malfattori avrebbero sequestrato una donna, costringendola ad aprire la cassaforte. Anton Ciurciumel è stato colpito alla testa e, dopo essere stato trasportato all’ospedale San Filippo Neri, è morto a causa delle ferite.

Laura ha aggiunto: “Mi dispiace molto che quel ragazzo sia morto, perché aveva la stessa età di mio fratello, ma so anche che si trovava lì per svaligiare. Mio padre ci ha sempre insegnato a soccorrere chi è in difficoltà e saprà spiegare come sono andate le cose. Insieme, come sempre, riusciremo a superare anche questa. Voglio anche ringraziare il quartiere che ci ha dimostrato grande solidarietà. Solo due anni fa, una banda di almeno cinque persone è entrata in casa nostra e io ho visto la visita dei ladri. Cercavano di prendere la sorella, ma lei è riuscita a scappare, salendo dalla finestra del letto, visto che avevano chiuso la porta del corridoio”.

Le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente sono ancora in corso. Anna, la moglie di Antonio, ha dichiarato: “Mio marito ha ucciso Anton per difendere la nostra famiglia. Anton stava fuggendo. Non era più una minaccia per nessuno. Mi dispiace molto per la sua morte, ma so che stava commettendo un crimine. Avrebbe dovuto sapere che stava affrontando un grave pericolo, che la legge non si può trasgredire. Ma pagherà chi ha ucciso Anton. Non voglio più sentire parlare di lui. Questo è il mio grido di dolore: non doveva morire così”.

Le indagini proseguono per chiarire le circostanze esatte di quanto accaduto.

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