“Ho stravolto la mia vita per essere accanto al mio cane malato”

Italia

La storia di un amore incondizionato che trasforma una vita, tra rinunce, sfide e attese. Il cane malato è un viaggio tra le tappe della fedeltà. Quando si accoglie un animale in casa, si accetta di farsi carico di una responsabilità che abbraccia sia il bene che il male.

Ma cosa accade quando il nostro amico a quattro zampe si ammala gravemente e ha bisogno di assistenza continua? Lo sa bene Federica Puglia, che ha riscritto la propria vita per amore di Bruno, il suo cane. «Bruno è tutto per me», dice Federica. «E quando gli fu diagnosticata la sindrome del megaesofago, la mia vita è cambiata radicalmente.»

La diagnosi arrivò quando Bruno aveva appena compiuto un anno e segnò subito l’inizio di un cammino fatto di rinunce, imprevisti e spese ingenti. Il megaesofago è una condizione rara che si manifesta soprattutto nei cani di grossa taglia. Consiste in una dilatazione dell’esofago, che impedisce al cibo di arrivare correttamente allo stomaco e, nei casi gravi, causa abbondanti rigurgiti e polmoniti. Bruno non poteva seguire la normale alimentazione della sua razza. «Bruno deve mangiare», ordina Federica, «cibo liquido, somministrato mentre è in posizione orizzontale, diviso in quattro pasti, almeno a distanza di quattro ore l’uno dall’altro».

Ma le difficoltà non si fermarono qui. A pochi mesi dalla diagnosi, Bruno contrasse frequenti polmoniti, come già accennato. «Mai come allora sono andata dal veterinario con una costanza che non ha avuto sosta. Ogni visita, ogni trattamento nuovo per Bruno mi faceva spendere soldi e aumentare le preoccupazioni». Una nuova vita tutta dedicata a Bruno.

Federica lavora a Sirmione, dove le acque, spesso terapeutiche, sono per molti un sollievo. Otto anni chiusero un periodo difficile e doloroso vissuto a Roma. Subito dopo il trasferimento in città, ha accolto due pitbull, Bruno e Nami, che avevano subito maltrattamenti, una triste sorte che purtroppo accomuna molti esemplari di questa razza, nostro malgrado tanto spesso denigrata.

«Quando ho scoperto il maltrattamento subito da Bruno da parte del precedente proprietario, non ho potuto resistere», racconta Federica, che non sapeva quante difficilissime prove avrebbe dovuto affrontare con l’aggravarsi della malattia di Bruno. «Io ho avuto la fortuna di avere un lavoro flessibile che mi ha permesso di adattarlo alle cure, cosa che non tutti possono fare», ammonisce Federica, ripromettendosi con fermezza: «Se avessi dovuto affrontare tutte queste spese e dedicare a Bruno tutto il mio tempo, oggi Bruno non sarebbe qui».

E le spese, necessarie per la cura di Bruno, vista la gravità della sua malattia, sono un peso enorme per molti. Federica, nel primo anno, ha speso per Bruno più di 5.000 euro tra visite e cure. «Non so come avrei potuto sostenerlo senza il mio lavoro», confessa.

La questione dei veterinari specializzati è molto discussa, con molte persone favorevoli all’introduzione di un sistema di assistenza medica accessibile a tutti, che possa mettere a disposizione delle cure adeguate anche per chi non ha risorse. «Non posso immaginare di trovarmi davanti a una scelta fatale, nell’amore che mi lega a Bruno», dice Federica con emozione. Un affetto che sorprende per la sua forza di fronte a enormi difficoltà. Nonostante tutto, Federica non si sente sconfitta: «Bruno è per me uno di famiglia», dice, piena di emozione.

Chi mai, se il proprio figlio stesse male, oserebbe lasciarlo? Io non lo farei mai. Oggi Bruno ha quasi sei anni e continua a lottare ogni giorno grazie alle cure della sua devota padrona. Quanto possiamo imparare dalla forza di un legame tra un uomo e un animale che supera anche le prove più dure!

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