Giovane maltrattata dalla madre per 14 anni: «Mi faceva inginocchiare sui ceci per i brutti voti, mi umiliava chiamandomi una nullità»
Una ragazza di Torino rompe il silenzio dopo anni di maltrattamenti. Il coraggio di denunciare una madre violenta e il supporto di un’ex insegnante
«Mi ripeteva che non valevo niente, che ero una schifezza di figlia e che avrebbe fatto meglio a non mettermi al mondo». Con queste parole inizia il racconto sconvolgente di una giovane donna di Torino, che ha trovato la forza di denunciare sua madre dopo 14 anni di abusi psicologici e fisici.
La ragazza, oggi 24enne, ha vissuto un’infanzia e un’adolescenza segnate da insulti, punizioni corporali e un controllo ossessivo da parte della madre. «Quando frequentavo le elementari, dovevo sempre prendere il massimo dei voti, altrimenti venivo punita», ha spiegato. Tra le punizioni più crudeli, ricorda di essere stata costretta a inginocchiarsi su un giornale cosparso di riso o gusci di noci, fino a quando il dolore diventava insopportabile.
Per anni, la giovane ha considerato tutto questo come “normale”. «Era mia madre – racconta – e non volevo denunciarla per paura di perderla». Tuttavia, crescendo e confrontandosi con i compagni, ha iniziato a comprendere che quei comportamenti non erano affatto normali: «Diceva che non poteva più picchiarmi perché i segni si sarebbero visti».
La svolta: dal silenzio al coraggio di denunciare
Il controllo della madre non si limitava al corpo, ma invadeva ogni aspetto della vita della ragazza. Le veniva impedito di uscire con le amiche e, durante la pandemia, la situazione è peggiorata. La giovane, allora ventenne, aveva deciso di lavorare come cameriera per iniziare a costruirsi un’indipendenza. «Per lei fu un insulto – spiega – come se le avessi detto che non era in grado di mantenermi». Da quel momento, la madre decise che la figlia doveva pagare metà dell’affitto e che poteva mangiare solo il cibo che si comprava da sola.
Nel 2021, la situazione è degenerata ulteriormente: la ragazza è stata cacciata di casa. Senza un posto dove andare, ha trovato rifugio presso una sua ex insegnante, che l’ha convinta a denunciare tutto ai carabinieri. Ma prima di lasciarla andare, la madre le ha imposto di firmare un manoscritto in cui si impegnava a «non chiedere il mantenimento e a non diffamarla con amici e parenti».
La condanna e il coraggio di ricostruire la propria vita
Grazie alla denuncia della giovane, la madre – una donna oggi 43enne – è stata condannata a due anni di reclusione. Nonostante ciò, anche durante il processo, la donna ha continuato a screditare la figlia, cercando di minimizzare le sue responsabilità.
Oggi, la ragazza sta cercando di ricostruire la sua vita lontano dall’ombra della violenza subita. La sua storia rappresenta un esempio di coraggio e resilienza, un monito per tutte le vittime di abusi familiari: rompere il silenzio è possibile e necessario.