Come finisce La bambina con la valigia: trama e spiegazione finale

Spettacolo e Tv

Il 10 febbraio, in occasione del Giorno del Ricordo, Rai 1 trasmette “La bambina con la valigia”, un film che racconta la testimonianza di Egea Haffner, esule giuliana. La fine della Seconda Guerra Mondiale non ha portato la pace a tutti. Mentre molti celebrano la cessazione delle ostilità, per gli italiani delle terre istriane, giuliane e fiumane è l’inizio di un nuovo calvario: l’esodo, le Foibe e il dramma dei profughi giuliani.

È da questa realtà e dalla testimonianza dell’autobiografia di Egea Haffner, scritta insieme a Gigliola Alvisi, che prende avvio la storia de La bambina con la valigia. Il film, tratto dal libro omonimo, sarà trasmesso in prima serata su Rai 1 il 10 febbraio 2025, in occasione del Giorno del Ricordo delle Vittime delle Foibe e dell’Esodo Istriano.

La vicenda comincia con una fotografia in bianco e nero datata 6 luglio 1946, in cui la piccola Egea è pronta a lasciare Pola. La valigia che tiene stretta tra le mani, con la scritta “ESULE GIULIANA”, simboleggia chiaramente la sua nuova condizione. Orfana di padre, ucciso nelle Foibe, Egea deve raggiungere Bolzano, dove la aspetta una nonna severa ma affettuosa, mentre la madre è costretta a rifarsi una vita in Ogliastra, in Sardegna.

Il film racconta la crescita di Egea, le sue difficoltà, le umiliazioni e le scelte drammatiche che affronta. Da adulta, Egea otterrà il risarcimento per ciò che ha perso e potrà finalmente costruire una sua famiglia, dando alla sua vita una dimensione più serena. Claudia Vismara interpreta Egea da adulta, mentre Sara Lazzaro interpreta la zia che l’accompagna nel suo percorso. La giovane Sinead Thornhill veste i panni di Egea da ragazza, mentre la piccola Petra Bevilacqua interpreta Egea bambina. Sandra Ceccarelli interpreta la nonna Maria, una donna che, pur essendo rimasta vedova, continua a credere nel futuro, illudendosi di rivedere il figlio Kurt, prelevato e mai più restituito.

Andrea Bosca, che interpreta Kurt, riflette sul dramma della guerra: “Questa storia è un altro capitolo dei drammi bellici che, dal ‘900 in poi, si abbattono sulle famiglie, sui bambini e sui civili, privandoli della loro infanzia e dei loro diritti. La lezione che possiamo trarre è che la guerra, come accade ora in Ucraina e in Palestina, non solo toglie la casa, ma separa le persone dai loro affetti, lasciando solo il desiderio di proteggere i propri cari.”

A Sara Lazzaro, nel ruolo della zia, spetta il compito di accompagnare Egea nel suo percorso di crescita, offrendole affetto e un punto di riferimento in un periodo difficile. La zia, pur non cercando mai di sostituire la madre, diventa per Egea una figura di amore e supporto, sempre pronta ad ascoltarla e ad aiutarla. “La zia è una figura di forza, che non vuole sostituire la madre, ma è sempre presente per Egea, offrendo un supporto affettuoso e una guida sicura.”

Il film ha una forte valenza storica e poetica, trovando un legame profondo con la realtà vissuta dalla protagonista. Egea Haffner, ricordando la famosa fotografia che simboleggia il suo esilio, racconta: “Ho avuto i brividi vedendo quella scena. Mia madre, così moderna, e mia nonna, così severa. Non ho mai pianto tanto, dall’inizio alla fine del film. I personaggi erano così realistici. La scena del palloncino mi ha fatto tornare in mente mio padre che mi prendeva in braccio per correre ai rifugi. Non dimenticherò mai il suo profumo.”

La bambina con la valigia non è solo un racconto del passato, ma anche un avvertimento per il presente. Raccontando la storia degli esuli giuliani, il film rivive il sacrificio di chi è stato costretto a fuggire dalla propria terra, cercando un futuro lontano dalle proprie radici.

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