Sanremo nel mirino dell’Accademia della Crusca: ‘Fedez lascia a desiderare, Elodie prevedibile’

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L’Accademia della Crusca svela i segreti linguistici dietro i testi del Festival di Sanremo 2025: promossi, bocciati e curiosità che fanno discutere.

A pochi giorni dall’inizio di Sanremo 2025, l’Accademia della Crusca ha deciso di analizzare i testi delle canzoni in gara, offrendo un giudizio critico tra promossi e bocciati. Secondo il professor Lorenzo Coveri, intervistato dal Corriere della Sera, questa edizione si preannuncia come un Festival “a zero tasso rock” e con una quota limitata di cantautori, rappresentati solo da Brunori Sas e Lucio Corsi.

I rapper, invece, sembrano essersi adattati al tono più mainstream della kermesse: “Il famigerato Tony Effe canta una stornellata che non fa male a nessuno”, ha dichiarato Coveri. Nel complesso, il linguaggio delle canzoni si mantiene su un registro familiare, popolare e colloquiale, lontano dagli stilemi della tradizionale “canzonetta”. Tuttavia, alcuni nomi noti, come Elodie, Fedez e i Modà, sono stati oggetto di critiche particolarmente severe.

Promossi: Brunori Sas e Lucio Corsi brillano con testi sofisticati

Tra i pochi a ricevere un giudizio positivo spicca Brunori Sas, definito “letterario, con immagini sofisticate e figure retoriche di livello”. Il suo testo è stato apprezzato per l’intimità e l’autenticità nel raccontare la gioia e la responsabilità di diventare genitore. Anche Lucio Corsi si distingue con il “testo più fresco della rassegna”, lodato per l’uso intelligente di immagini inattese, ironia e gergo giovanile.

Una sorpresa è stata la valutazione positiva per Shablo, il cui brano è stato definito “originale” e capace di uscire dai binari convenzionali.

Bocciati: Elodie, Fedez e i Modà sotto il fuoco della critica

Sul fronte opposto, non sono mancate le stroncature. Francesco Gabbani è stato giudicato “senza infamia e senza lode”, mentre i Modà hanno ricevuto critiche pesanti: “Versi lunghissimi e pesanti, più che una canzone sembra una predica. Siamo al limite dell’incomprensibile”.

Tra i peggiori spicca Elodie, il cui testo è stato definito “pessimo, come una telefonata banale”. Anche il brano di Fedez non ha convinto: “Un testo deprimente che parla di depressione, salvato solo da qualche gioco di parole sui nomi dei farmaci”. La citazione di Mary Poppins con il cianuro al posto dello zucchero è stata definita “una caduta di stile”.

Il linguaggio delle canzoni: tra povertà lessicale e atteggiamenti pessimisti

Secondo il linguista Paolo D’Achille, intervistato da Adnkronos, i testi di Sanremo soffrono di una certa povertà lessicale, con un numero ridotto di parole che ricorrono frequentemente. Tra i termini più usati spiccano “amore”, “occhi”, “vita” e “cuore”, mentre parole come “padre” o “papà” risultano quasi assenti rispetto a “madre” o “mamma”.

Interessante anche l’analisi delle coppie avverbiali e pronominali: parole come “mai” prevalgono su “sempre”, “niente” su “tutto” e “male” su “bene”. Questo potrebbe indicare un generale orientamento verso un linguaggio più pessimista, anche se molto dipende dal contesto d’uso.

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