Fermò 23enne armato di coltello a Rimini, il carabiniere riprende il servizio: “Era mio dovere”
Il maresciallo Masini, coinvolto nell’inchiesta per eccesso di difesa, torna a guidare la stazione dei carabinieri di Villa Verucchio, con il sostegno delle istituzioni e dei cittadini.
Il maresciallo Luciano Masini, comandante dei carabinieri della stazione di Villa Verucchio, in provincia di Rimini, è tornato regolarmente in servizio dopo essersi preso alcuni giorni di pausa a seguito dell’inchiesta a suo carico. L’indagine riguarda l’uccisione del 23enne che, la notte di Capodanno, stava accoltellando passanti a caso nella città romagnola. Masini, che ha scelto di fermarsi per qualche giorno dopo il tragico evento, è rientrato nel suo incarico nonostante l’indagine per eccesso di difesa.
Non sono stati adottati provvedimenti restrittivi nei suoi confronti da parte della magistratura, né è stata disposta una sospensione dall’Arma. Masini, che ha sempre sostenuto di aver agito per difendere l’incolumità dei passanti, aveva espresso la volontà di prendersi una breve pausa. Tuttavia, il suo ritorno alla guida della stazione locale segna una ripresa delle sue funzioni.
La tragedia che ha coinvolto Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta, il 23enne accoltellatore, ha suscitato grande attenzione. Il giovane aveva ferito quattro persone prima di essere ucciso dai colpi di arma da fuoco esplosi dal maresciallo Masini. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, Masini aveva cercato di fermare il giovane, esortandolo più volte a mettere giù il coltello, ma quando quest’ultimo ha continuato ad avvicinarsi minacciosamente, il carabiniere ha aperto il fuoco, colpendolo mortalmente con cinque spari.
Nel contesto dell’inchiesta, è stata disposta una perizia balistica per ricostruire con maggiore precisione la dinamica dei fatti. Masini, in un’intervista, aveva chiarito di non aver fatto altro che compiere il suo dovere: “Ho agito per proteggere la vita dei passanti”, aveva dichiarato, dimostrando fermezza nella sua versione dei fatti.
Fin dal principio, Masini ha ricevuto un ampio sostegno da parte delle istituzioni locali e nazionali, nonché da una vasta parte della cittadinanza. Sono stati molti, infatti, i cittadini che si sono schierati al fianco del maresciallo, partecipando a manifestazioni in suo favore e avviando anche una raccolta fondi per coprire le sue spese legali.
Anche il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso pubblicamente il suo appoggio, chiedendo all’Arma di concedere un encomio solenne a Masini per aver difeso la sicurezza dei cittadini. Questo gesto di solidarietà ha dimostrato quanto la comunità, pur consapevole della tragedia, abbia apprezzato l’operato del carabiniere.
La vicenda di Masini continua a sollevare dibattiti. Se da un lato la sua azione è stata difesa da molti come legittima e necessaria, dall’altro c’è chi solleva dubbi sul livello di forza impiegato. L’inchiesta per eccesso di difesa resterà probabilmente al centro di un confronto legale, ma la comunità locale sembra compatta nel riconoscere che Masini ha fatto quanto ritenuto giusto per proteggere la vita delle persone.