La beffa clamorosa: Razzi vittima di una falsa convocazione al giuramento di Trump

Italia

L’ex senatore Antonio Razzi racconta la sua disavventura: una truffa incredibile lo ha convinto di essere ospite d’onore all’insediamento di Donald Trump. Una storia al limite dell’incredibile quella raccontata da Antonio Razzi, ex senatore noto per il suo stile diretto e spesso sopra le righe. Intervenendo al programma Un Giorno da Pecora su Rai Radio1, Razzi ha condiviso i dettagli di una truffa che lo ha visto protagonista in occasione dell’insediamento di Donald Trump.

“Sono stato contattato da un’associazione italo-americana chiamata ‘Noi con Trump’, che mi invitava a partecipare alla cerimonia di giuramento del presidente,” ha spiegato. “Mi hanno detto che ero molto amato negli Stati Uniti e che non potevo mancare. Mi avevano anche assicurato che si sarebbero occupati del volo e dell’hotel.”

La scoperta: nessuna prenotazione

Convinto della serietà dell’invito, Razzi ha chiesto conferma della prenotazione fornita dall’associazione. Ma la risposta dell’hotel è stata spiazzante: “Lei chi è? Non abbiamo nessuna camera a suo nome.” Questo è stato solo il primo segnale che qualcosa non andava.

Il colpo basso: il visto negato

La vicenda, però, si è complicata ulteriormente. Nel tentativo di ottenere un visto per gli Stati Uniti, Razzi ha scoperto che il presidente dell’associazione aveva rilasciato informazioni false. “Ha dichiarato all’ambasciata americana che ero stato in Siria e in Corea del Nord, impedendomi di ricevere il visto,” ha rivelato.

Un comportamento che Razzi non ha esitato a definire “un atto truffaldino,” sottolineando che questa persona, che ha preferito non nominare, si è dimostrata un “furbacchione”.

Il racconto di Razzi, tra incredulità e amarezza, mette in luce come anche personaggi pubblici possano cadere vittime di truffe ben orchestrate. L’ex senatore ha concluso con una nota ironica, ma non senza rammarico per essere stato oggetto di un simile inganno.

In un’epoca in cui le fake news e le false promesse proliferano, questa vicenda è un ulteriore monito a verificare sempre la fonte delle informazioni, soprattutto quando in gioco ci sono eventi di rilevanza internazionale come l’insediamento di un presidente degli Stati Uniti.

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