Funerali del neonato morto nella culla termica a Bari, il vescovo: “Perdonaci, non ti abbiamo protetto”
Una vicenda che ha scosso profondamente Bari: il funerale del neonato morto nella culla termica ha unito la comunità in preghiera e riflessione.
Si sono svolti oggi, sabato 18 gennaio, i funerali del neonato trovato morto nella culla termica della parrocchia di San Giovanni Battista a Bari. La cerimonia si è tenuta presso il cimitero di via Crispi, con l’arcivescovo Giuseppe Satriano che ha celebrato la funzione alla presenza del sindaco di Bari, Vito Leccese. L’amministrazione comunale ha provveduto a coprire le spese per l’ultimo saluto al piccolo.
Sul luogo della sepoltura, accanto alla piccola bara bianca, sono stati deposti fiori, un peluche e una corona di fiori del Comune. Durante l’omelia, l’arcivescovo ha rivolto un messaggio di profondo dolore e riflessione:
“Piccolo fratello, piccolo figlio d’uomo senza nome, angelo che hai toccato nel profondo le nostre vite. Preghiamo per te e per tua madre, che tra tante fatiche ti ha atteso. Possa questa preghiera riscaldare il tuo cuore e essere balsamo di consolazione per chi vive ai margini.”
Le parole del sindaco e la scelta di chiamarlo “Angelo”
Il sindaco Vito Leccese ha espresso il cordoglio della città, definendo quanto accaduto una tragedia che ha ferito profondamente la comunità:
“Questo dramma deve spingerci a una maggiore attenzione verso la vita più fragile e indifesa. Non possiamo permettere che vicende simili accadano ancora.”
Il piccolo è stato simbolicamente chiamato “Angelo”, come ricordato dall’arcivescovo nella sua omelia. Tuttavia, a causa delle indagini in corso, non è stato possibile attribuirgli un nome ufficiale.
Indagini in corso: possibile guasto alla culla termica
La Procura di Bari ha avviato un’inchiesta, iscrivendo nel registro degli indagati il parroco don Antonio Ruccia e il tecnico responsabile della manutenzione della culla termica. L’ipotesi di reato è omicidio colposo.
Secondo i primi risultati dell’autopsia, il neonato – che aveva appena un mese – sarebbe morto per ipotermia, probabilmente dopo una lunga agonia. Era in condizioni di malnutrizione e disidratazione, con evidenti segni di scarsa igiene. Si ipotizza un guasto ai sensori della culla, che avrebbero dovuto attivare il riscaldamento e l’allarme collegato al cellulare del parroco.
Una testimone ha dichiarato di aver sentito il pianto del neonato due giorni prima del tragico ritrovamento, ma nessuno è intervenuto. Questo dettaglio ha alimentato il dolore e lo sconcerto della comunità.
Una tragedia che chiama alla riflessione
Quanto accaduto rappresenta una ferita profonda per Bari e solleva interrogativi sulla cura e la protezione della vita più fragile. La comunità si augura che questa tragedia possa portare a un cambiamento concreto e a una maggiore attenzione verso chi si trova in situazioni di estrema difficoltà.