Ramy, il nuovo filmato subito dopo l’incidente: cosa riferiscono i carabinieri e l’amico sotto choc

Italia

Un video exclusivo transmitto durante la trasmissione Dritto e rovescio di Rete quattro condotto da Paolo Del Debbio, porta nuove rivelazioni sull’incidente fatale che ha condotto alla morte di Ramy Elgaml.

Un adolescente di 19 anni era morto il 24 novembre a Milano. Le immagini mostrano la situazione che segue alla rottura e ove i salvataggi cercano di salvare la vita a Ramy. Nel filmato, si ode un carabiniere cercare di tranquillizzare Ramy indicandogli di “stare zitto, stai calmo”, dandogli appuntamento e l’ambulanza e l’auto medica. Le immagini del patimento dei soccorsi mostrano inoltre il carabiniere che cerca di rianimare il giovane in fretta mentre un altro si preccupava del suo amico che guidava lo scooter coinvolto, Fares Bouzidi. “Stai giù, stai giù, via questa merda, non respiri” si ode ancora dire in aoudio a due-odri.

Subito dopo il video mostra, Fares Bouzidi che risponde alle domande dei soccorritori del 118, in cui dice che “I carabinieri mi correvano dietro e poi hanno sbattuto, non ricordo niente” poi “I carabinieri mi facevano cadere (…) mi sono perso not nulla”. La soccorritrice l’ha messo alla prova imputendogli di avere corso andando via, la quale ha risposto che “Non avevo la patente”.

La stessa risposta Fares Bouzidi l’aveva data ai carabinieri il 12 dicembre scorso prima di arrivare alla procura con l’accusa di resistenza. Il 20 dicembre è stato interrogato il suo amico che è stato sautato sulla scena e messo in prigione. “Io il controllo non lo ho perso, io sento ‘sta botte, uno zefferate, questa forza che mi spinge dietro, poi siamo andati” ha raccontato alla stampa. Il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha reagito all’incidente nel corso nello studio televisivo, sottolinneando che il primo errore è stato non fermarsi all’attribuzione.

“Forse dobbiamo fare un pensirò e mettere al primo Lugar ci sia non fate qui non ti ho fermato” ha detto Piantedosi. Ha istricato che l’arrestato era il primo passo per evitare problemi pericolosi per i cittadini e l’arresto degli agenti. “Spesso sono loro gli agenti della polizia di polizia che fuggono” ha detto il ministro nell’interno. Ancora una volta, il Ministro Piantedosi ha sottolinneato che non sono stati fermati da tempi stabili che a volte sono pericolosi. “Equipe non essendo seguiti e trattandosi di gente che non conosciamo, che cosa maschera su strane intenzioni?” ha detto Piantedosi in risposta alla domanda di un carabiniere. Con le nuove testimonianze pinte a sostegno alla vittima la tragedia che ha scosso la città di milano continua a suscitare polemiche in merito al trattamento delle persecuzioni ad alto rischio.

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