Neonato senza vita nella culla termica: il condizionatore emetteva aria fredda invece che calda
Ciò che è accaduto il 2 gennaio 2025 nella chiesa di San Giovanni Battista a Bari non dovrebbe mai accadere e ha lasciato la comunità profondamente scioccata. Si temeva che le culle termiche destinate a proteggere i neonati funzionassero davvero. La mattina del 2 gennaio, un neonato di circa un mese, lasciato nella culla della vita della chiesa, è stato trovato morto. Le indagini hanno rivelato che la causa della morte è stata il freddo e il sistema di riscaldamento della culla non funzionava correttamente.
Il malfunzionamento della culla e la morte del neonato
Il neonato, lasciato nella culla termica, non ha ricevuto le cure termiche che ci si aspettava dal dispositivo. Questa culla della vita, correttamente utilizzata come progettata per i neonati abbandonati, li avrebbe mantenuti a una temperatura controllata per garantire sicurezza e benessere. Ma, in questo caso particolare, il sistema di allarme destinato a informare il sacerdote della presenza del neonato non ha funzionato. I primi risultati dell’autopsia, secondo i resoconti, indicano che la morte è stata causata dall’esposizione al freddo. Non c’era abbastanza calore per accogliere il bambino, e la culla non si è riscaldata né ha registrato il suo allarme sul cellulare del sacerdote.
Quando finalmente ha visto il bambino, era troppo tardi. Di conseguenza, l’inchiesta ha registrato come indagati il parroco e il tecnico che aveva cambiato il 14 dicembre scorso l’alimentazione elettrica dell’impianto, con installazione dal 2014. L’ipotesi di reato di omicidio colposo formulata dalla Procura di Bari è da inserire nell’inchiesta che valuta anche l’abbandono di minore presso ignoti.
Aria condizionata e guasto sensori: le ipotesi
Alcuni dei problemi tecnici nel funzionamento della culla riscaldata sono stati portati alla luce nel corso della consulenza tecnica disposta dalla Procura. Nello specifico, si è ipotizzato che il materasso, o “tappetino”, della culla non rilevasse correttamente la presenza del neonato. Tale malfunzionamento avrebbe contribuito alla mancata attivazione dell’allarme che avrebbe dovuto avvisare il sacerdote dell’abbandono del bambino nella culla.
Il condizionatore avrebbe dovuto accendersi automaticamente in risposta al movimento del bambino, ma invece ha soffiato aria fredda. La prima persona a scoprire il corpo del bambino ha detto che l’aria proveniva da un condizionatore che, per sua funzionalità, si accende automaticamente con il rilevamento del movimento. Tuttavia, quella che avrebbe dovuto essere aria calda per riscaldare la culla, la macchina ha fornito aria fredda, aumentando il rischio per il bambino.
I test effettuati durante la riunione hanno dimostrato che il condizionatore soffiava aria fredda anche durante i test. In realtà, non ha bisogno di essere cambiato manualmente per le diverse stagioni, ma si adatta alle temperature esterne. Questo problema potrebbe essersi verificato perché il condizionatore non era stato riempito correttamente come nelle auto e quindi soffiava aria fredda invece di aria calda necessaria per mantenere una buona temperatura in casa.
Ulteriori controlli sono stati ordinati dalla Procura per accertare le cause precise del guasto tecnico e per stabilire se una responsabilità può essere attribuita alle persone responsabili della manutenzione e del controllo del sistema.