Chi era Leonardo , il 15enne morto suicida a Senigallia ? Le parole dell’avvocata Pia Perricci

Italia

La tragica morte di Leonardo ha scosso profondamente la comunità di Senigallia. Dietro il gesto estremo del 15enne, che si è tolto la vita, ci sono angherie subite troppo giovani e atti di bullismo che lo hanno sopraffatto. È fondamentale raccontare la sua storia per accrescere la consapevolezza e per promuovere un cambiamento sociale che tragga una lezione importante da questa dolorosa vicenda.

Gli atti di bullismo

L’avvocata Pia Perricci, che rappresenta la famiglia di Leonardo, ha rivelato che il giovane era vittima di bullismo. “All’atto di denuncia di scomparsa”, racconta l’avvocata, “i genitori hanno riferito ai carabinieri di quello che avevano saputo da poco dal figlio e per cui stavano iniziando a mettersi in moto”. Il bullismo era iniziato da quando Leonardo aveva iniziato a frequentare un nuovo istituto, il Panzini di Senigallia, dopo un cambio di scuola per vie delle materie che non gli piacevano nella precedente.

La denuncia è stata formalizzata il 14 ottobre 2024, contro tre suoi compagni di classe, due ragazzi e una ragazza. Già dai primi giorni, i genitori avevano notato un cambiamento in lui: Leonardo era diventato più chiuso e svogliato. Qualche settimana fa, aveva iniziato a dire che non voleva più andare a scuola e che preferiva l’idea di un istituto privato.

“I genitori pensavano che si trattasse di una crisi adolescenziale”, prosegue l’avvocata, “invece Leo ha confidato loro quello che succedeva in classe. Ha parlato prima con la mamma, poi col papà, che insieme hanno cercato di capire come muoversi.” Quando è emerso che Leonardo subiva bullismo, i genitori lo hanno esortato a denunciare, ma lui temeva ulteriori ritorsioni. Nonostante la paura, ha cercato di confrontarsi coraggiosamente con uno dei suoi aggressori, ma il risultato è stato un peggioramento degli atti di bullismo.

In particolare, Leonardo subiva non solo aggressioni psicologiche ma anche fisiche. Gli atti di violenza si verificavano in palestra, dove gli strizzavano i capezzoli, e in classe, dove gli aggressori compivano azioni umilianti nelle sue zone intime. I genitori avevano pianificato di incontrare la dirigente scolastica, ma tragicamente non ne hanno avuto la possibilità.

Un ragazzo educato e riservato, con tutta la vita davanti

Leonardo era un ragazzo dall’indole tranquilla e di buon cuore, amava lo sport e aveva tutta la vita davanti. L’avvocata Perricci, che conosceva la famiglia da anni, descrive il 15enne come “un ragazzo molto educato, riservato, dal viso pulito, che si dedicava allo sport. Voleva vivere la vita dei suoi 15 anni, ma non gli è stato permesso.”

“L’impatto sulla famiglia è devastante,” continua l’avvocata. La perdita di Leonardo lascia un vuoto immenso e insopportabile; i genitori si domandano perché sia successo proprio al loro figlio. Pia Perricci ha esortato la famiglia a concentrarsi su ciò che può essere fatto affinché la vita di Leonardo non sia stata inutile. Ecco perché la speranza è che questa storia faccia emergere l’urgenza di una giustizia che onori le persone vulnerabili e mostri che il silenzio può essere mortale.

Se la classe di Leonardo fosse stata più solidale e più aperta, probabilmente il giovane non si sarebbe sentito isolato al punto di prendere una simile drastica decisione. La storia di Leonardo potrebbe ricordare a qualcuno quella del tiktoker Inquisitor Ghost. Oggi si terrà l’autopsia sul corpo di Leonardo, per far luce sui suoi ultimi momenti e per portare giustizia alla sua memoria.

In definitiva, la tragica storia di Leonardo è un monito potente. Essa richiama un’attenzione urgente su come bullismo e isolamento possano distruggere giovani vite. La comunità di Senigallia è chiamata a riflettere e agire, affinché tali tragedie possano essere prevenute con educazione, consapevolezza e una cultura di solidarietà e supporto.

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