Bronx: Spiegazione finale, trama e come finisce il film di Olivier Marchal

Spettacolo e Tv

Un affresco noir di Olivier Marchal tra polizia corrotta e criminalità a Marsiglia, con colpi di scena e tensione fino all’ultimo minuto.

Il cinema di Olivier Marchal è senza compromessi. I personaggi sono immersi nel marcio delle loro vite, costretti a confrontarsi con i propri peccati, senza possibilità di redenzione, come nel suo film “L’ultima missione”. Bronx è un tuffo nell’inferno che da sempre popola la cinematografia del regista francese. I demoni che perseguitano l’alcolizzato poliziotto di “L’ultima missione”, i capi delle squadre anticrimine di “36 – Quai des orfèvres“, e l’imprenditore travolto dalla corruzione in “La truffa del secolo“, ritornano in questo film.

In Bronx, la guerra è totale e nessuno è innocente. La storia inizia con una carneficina orchestrata dal clan dei Bastiano in un bar sulla spiaggia di Marsiglia. L’indagine viene affidata alla squadra anti-crimine comandata dall’agente Vronski, un poliziotto che opera ai limiti della legalità. Vronski deve collaborare con la rivale sezione BRB (Brigade de répression du banditisme), e la nomina del nuovo direttore di polizia, Ange Leonetti (interpretato da Jean Reno), aggiunge ulteriore complessità, poiché Leonetti nasconde numerosi scheletri nell’armadio.

Marchal costruisce un intricato noir metropolitano risvegliando gli echi della Marsiglia di Friedkin in “Il braccio violento della legge“. Riprende figure dai suoi precedenti lavori, come il criminale interpretato da Gérard Lanvin in “A Gang Story”, e le scene d’azione sono girate con il solito impeto. Il film comincia in modo drammatico con spari in una villetta, per poi svilupparsi attraverso un lungo flashback che ricostruisce gli eventi a partire da tre settimane prima, culminando con una scena cruciale all’ospedale.

Tuttavia, quella mancanza di autocontrollo che è stata una forza del cinema di Marchal, qui diventa una debolezza. Bronx segue troppi filoni narrativi, rischiando di confondere lo spettatore e di abbassare la tensione piuttosto che portarla al culmine. Ciò crea una frattura tra le motivazioni individuali e le azioni collettive, rendendo particolarmente intriganti le dinamiche della corruzione. I primi piani enfatizzano l’ambiguità dei protagonisti, rivelando nei loro occhi le azioni nascoste. Ma spesso c’è un dettaglio di troppo – nella scrittura prima che nella messa in scena – evidente anche nel massacro al bar sulla spiaggia.

Bronx sbanda, torna in pista e riprende a correre. Il finale avrebbe potuto essere potentissimo, ma anche qui Marchal va fuori controllo. Un dettaglio sugli occhi dei nuovi padroni della città sottolinea una ripetitività che ha iniziato a inceppare la macchina ben oliata del cinema di Marchal. Nel cast, insieme a volti familiari come Gérard Lanvin, Francis Renaud, Moussa Maaskri, Patrick Catalifo, Dani, Alain Figlarz e Catherine Marchal, è presente anche Claudia Cardinale in una versione dark. Tuttavia, il suo personaggio poteva essere sviluppato maggiormente.

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