Omicidio di Sharon Verzeni: il compagno Sergio Ruocco interrogato per 6 ore in caserma per controllare i suoi dispositivi
Sopralluogo a Terno d’Isola: i carabinieri prelevano dispositivi elettronici di Sergio Ruocco nell’indagine sull’omicidio di Sharon Verzeni, uccisa il 30 luglio.
I carabinieri del Comando provinciale di Bergamo hanno effettuato un sopralluogo ieri, 23 agosto, nella villa di via Merelli a Terno d’Isola, prelevando il computer e i telefoni di Sergio Ruocco, compagno di Sharon Verzeni, la cui vita è stata tragicamente stroncata da quattro coltellate il 30 luglio scorso. Ruocco, un idraulico di 37 anni, è rimasto per sei ore presso la caserma, dove gli investigatori stavano effettuando accertamenti sui suoi dispositivi elettronici, nonostante la sua posizione nell’indagine non sembri essere cambiata.
Durante le indagini, il 37enne ha confermato che i dispositivi prelevati appartengono a lui, precisando che “Sharon non aveva un computer”. Questo sopralluogo rappresenta il secondo effettuato nell’abitazione dove Ruocco e Verzeni vivevano da tre anni e dove avevano programmato di sposarsi nel 2025. L’immobile è sotto sequestro da quando i carabinieri, dopo l’omicidio avvenuto all’00:50 in via Castegnate, avevano prelevato Ruocco per chiarire la sua posizione.
In un primo interrogatorio, avvenuto il 13 agosto, Ruocco ha trascorso cinque ore a descrivere la sua vita insieme a Sharon, le loro abitudini quotidiane e le amicizie. Gli investigatori hanno escluso l’ipotesi di uno sconosciuto assassino, concentrandosi sulla vita privata della vittima e dei suoi conoscenti per scoprire il colpevole.
Il 23 agosto, Ruocco è stato convocato di nuovo in caserma per partecipare al sopralluogo. Sebbene la permanenza nell’abitazione sia durata poco più di 15 minuti, ha affermato che gli agenti “sapevano cosa prendere”, riferendosi al suo computer e almeno a un cellulare, collezione di dispositivi di cui ha dichiarato di possederne più di uno.
Nel corso delle sei ore in cui è rimasto a disposizione della polizia, le forze dell’ordine hanno compilato numerosi verbali, creato una copia forense dei dispositivi e acquisito le relative password. Era presente anche Bruno Verzeni, padre della vittima, accompagnato dal suo avvocato, in qualità di parte offesa, per assistere agli accertamenti.
Nel frattempo, il Ris di Parma non ha ancora fornito i risultati delle analisi relative agli abiti indossati da Sharon la notte dell’omicidio, ai coltelli sequestrati e ai tampone eseguiti durante l’autopsia. Prossimamente, verrà effettuato un ulteriore sopralluogo nell’appartamento di via Merelli, dove le indagini continuano per fare chiarezza su questo drammatico omicidio. La comunità rimane in attesa di sviluppi significativi, mentre le autorità cercano di tracciare il percorso che ha portato alla tragica morte di Sharon.