Come finisce As bestas – la terra della discordia: trama, cast e finale storia vera
“As bestas – La terra della discordia”: La potente storia di una coppia in cerca di pace, che si scontra con la brutalità e i pregiudizi in un remoto villaggio galiziano.
Presentato al Festival di Cannes 2022, il film “As bestas – La terra della discordia” è arrivato nelle sale italiane il 13 aprile 2023. Ispirato a un caso di cronaca reale, la pellicola è diretta da Rodrigo Sorogoyen e si basa sulla storia dei coniugi Verfondern, che nel 1997 lasciarono i Paesi Bassi per cercare una vita migliore in un piccolo villaggio galiziano, Santoalla. Qui, la storia si snoda attraverso le tensioni tra la coppia e gli abitanti locali, evidenziando conflitti profondi legati alla cultura, ai valori e al modo di vivere.
Martin e Margon Verfondern decidono di stabilirsi a Santoalla, ma il loro sogno di intraprendere un’attività ecologica si scontra con l’ostilità dei loro veliatori, i fratelli Rodriguez, che vedono la presenza dei nuovi arrivati come una minaccia. La situazione degenera rapidamente: minacce, intimidazioni e alla fine, un mistero che culmina nella scomparsa di Martin nel 2010, del quale si troverà solo l’auto nel 2014. La polizia, sospettando dei fratelli Rodriguez, avvia un’indagine che rivela la drammaticità della situazione.
Dopo il documentario “Santoalla” del 2016, che trattava gli eventi reali, il film di Sorogoyen offre una narrazione romanzata di quegli avvenimenti. In un’intervista, i registi hanno dichiarato: “Abbiamo visto che in questa storia c’erano tutti gli elementi per costruire un racconto potente per il cinema”. Da questa riflessione prendono vita i personaggi di Antoine (Denis Ménochet) e Olga (Marina Foïs), una coppia francese che desidera allontanarsi dalla vita frenetica della città, approdando in un contesto che apparentemente promette serenità.
La trama di “As bestas” si sviluppa attorno alle scelte che Antoine e Olga compiono nell’intento di creare un agriturismo sostenibile. Questo progetto entra in conflitto con la proposta di installare delle pale eoliche, sostenuta dalla comunità locale, che accoglie con animosità il rifiuto della coppia. Gli Anta, i vicini di casa, vedono nel rifiuto di Antoine e Olga un affronto personale. Iniziano così una serie di minacce nei loro confronti, portando a una spirale di violenza e terrore.
Nella prima parte del film, che presenta un forte richiamo al Western, gli spettatori vengono immersi in un paesaggio galiziano ostile, dove la legge viene imposta non da istituzioni civili, ma da uomini pronti a difendere il proprio territorio con la violenza. I conflitti tra Antoine e i suoi aggressori si intensificano, rivelando un pessimo quadro di maschilismo, orgoglio e rifiuto dell’alterità. Questo quadro si riflette nell’angoscia della coppia, costantemente minacciata da un ambiente che considera lo straniero come un intruso.
Il film si distingue per la sua estetica e per l’uso simbolico dei paesaggi. Sorogoyen si misura con un linguaggio cinematografico che ricorda i classici del genere, ma rivoluzionando le convenzioni per adattarle a un contesto contemporaneo e spagnolo. La dualità di cultura e società viene esplorata meticolosamente, portando alla luce le tensioni tra gli “stranieri” e i “nativi”. Nonostante la forza delle dinamiche di conflitto, il film non presenta una visione manichea: i personaggi mostrano complessità e sfumature che li rendono più reali e credibili.
La regia mestamente riflette su chi detenga il potere. Se nella prima parte il mondo di Antoine è dominante, la seconda si sposta su Olga, che rappresenta una prospettiva più delicata e complessa. Questa transizione narrativa dimostra come la forza di una donna può emergere anche in mezzo alla brutalità. Olga non si lascia trascinare dalla violenza e mantiene la sua umanità, chiudendo il cerchio narrativo su note più emotive. La pellicola, infatti, si divide in due atti distinti: la prima caratterizzata da conflitto e aggressione, con una forte componente maschile, e la seconda che esplora la resilienza e la forza dello spirito femminile.
La visione di Sorogoyen culmina in una riflessione profonda sul tema della convivenza, che si articola tra la volontà di resistere e la necessità di accettare il cambiamento. Nonostante la tensione centrale del film, emergono anche momenti di umanità e amicizia che offrono uno barlume di speranza.
Conclusione
“As bestas” si presenta come un film di grande impatto emotivo e visivo. L’unica vera critica risiede nella durata, che in alcuni passaggi risulta eccessiva, con scene che avrebbero potuto essere affinate o eliminate. Tuttavia, per gli amanti dei film intensi e riflessivi, questa pellicola è un’esperienza da non perdere.
Note positive
- Interpretazioni: Protagonisti ineccepibili.
- Regia: Scelte audaci e innovative.
- Fotografia: Paesaggi evocativi e ben catturati.
Note negative
- Durata: Eccessivamente lunga, con momenti di appesantimento che avrebbero potuto essere evitati.