Striscia, alcune uova ‘allevate all’aperto’ potrebbero non esserlo: Max Laudadio spiega come identificarle correttamente.

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Nella rubrica _’È tutto un magna magna’_ di _Striscia la Notizia_, Max Laudadio si avventura nel labirinto degli alimenti che consumiamo, svelando i segreti dietro il loro packaging, ingredienti e conservanti. Nel suo servizio più recente, Laudadio si concentra sul mondo delle uova, svelando come decifrare il codice stampato sul loro guscio per rivelare il tipo di allevamento da cui provengono.

Decifrare il codice delle uova

Ciò che distingue le uova da galline allevate all’aperto da altre proviene da un codice numerico: “1”. In contrasto, le galline confinate in capannoni producono uova con il codice “2”, mentre “3” indica galline allevate in gabbia e letteralmente impilate l’una sull’altra. A differenza di queste, il codice “0” segnala uova derivanti da allevamenti all’aperto e biologici. La sequenza numerica restante fornisce ulteriori dettagli come la Nazione, il comune, la provincia e il nome dell’allevamento.

Il servizio di Max Laudadio su Striscia la Notizia: Uova, allevamenti ed una questione delicata

Tuttavia, il codice sull’uovo nasconde una questione più grande, come Laudadio chiarisce. Un’ordinanza proibisce attualmente l’allevamento di galline all’aperto in determinate _zone d’Italia_, a causa del rischio di Influenza Aviaria. Il virus si trasmette principalmente attraverso il contatto tra pollame e uccelli selvatici. Pertanto, nell’altamente densa Zona A e Zona B dell’Italia, allevare galline all’aperto è vietato per prevenire il contatto con uccelli migratori

Problema: l’ordinanza è scaduta il 30 novembre 2023. Laudadio ha constatato che alcune uova commercializzate come “_da allevamento all’aperto_” provenivano da aree dove è in vigore questa restrizione. Nonostante ciò, le uova possono ancora essere vendute come tale se le galline non sono state confinate per più di 16 settimane continue. Un tecnicalità legale che rende legittima una descrizione ingannevole.

Esiste una soluzione in arrivo?

Il problema persistente è che molti consumatori acquistano uova pensando che provengano da galline allevate all’aperto e pagando di più per questo, quando possono di fatto provenire da allevamenti al chiuso. Laudadio suggerisce come in Inghilterra un bollino sulla confezione indica quando le galline sono state temporaneamente confinate per proteggere la loro salute. Questa pratica verrà adottata anche in Italia? La risposta non è chiara al momento. Nel frattempo, l’invito alla cautela nei confronti dei codici e della provenienza delle uova permarrà. Il divieto di allevamento all’aperto nelle zone A e B è stato esteso al 31 gennaio 2024, quindi la situazione rimane invariata.