Elena forse stordita con farmaci o droghe dalla mamma: la Procura chiede test tossicologico

Italia
La Procura ha chiesto l’esecuzione dell’esame tossicologico sul corpicino della piccola Elena Del Pozzo. Chi indaga infatti vuole accertarsi che la bimba non sia stata stordita con farmaci o droghe prima di essere uccisa. Nel frattempo gli inquirenti tornano a percorrere la pista che vedrebbe la 24enne aiutata da un complice.
La Procura ha chiesto l’esecuzione dell’esame tossicologico sul cadavere della piccola Elena Del Pozzo, la bimba assassinata nella giornata di lunedì dalla mamma Martina Patti in provincia di Catania. Chi indaga vuole verificare che la bimba di 5 anni non sia stata stordita con farmaci o droghe prima di essere uccisa. Qualcosa nel castello costruito da Patti continua a scricchiolare secondo gli inquirenti: la 24enne ha risposto nella giornata di oggi alle domande del gip, ma sono tanti i punti oscuri ancora da chiarire. Patti ha infatti detto di aver accoltellato la piccola Elena nelle campagne di Mascalucia, lì dove poi ha occultato il cadavere.
La donna ha riferito di aver chiesto alla bambina di fare un gioco e di averla convinta a raggiungere in auto il campo vicino casa intorno alle 15 del pomeriggio. Con sé ha portato un coltello, una zappa e alcuni sacchi dell’immondizia. Una volta raggiunto il campo, Patti ha colto di sorpresa la piccola Elena avvolgendo la sua testa in un sacco nero. Subito dopo l’ha accoltellata più volte alla schiena per poi infliggere i colpi finali con la zappa. Sarà l’autopsia a chiarire definitivamente le dinamiche della morte della bimba, ma alcuni dettagli della confessione odierna, dalle modalità dell’aggressione fino al luogo del delitto, continuano a sembrare fuori posto.

Dubbi sul luogo del delitto

Il campo di Mascalucia nel quale la 24enne avrebbe compiuto il delitto, infatti, è accessibile a chiunque. Al contrario di quello che sembra, il terreno si trova nei pressi di una strada trafficata poco lontana dal centro cittadino. Qualsiasi residente, quindi, avrebbe potuto vedere la scena o sentire le urla della bimba di 5 anni, cogliendo la mamma in flagranza di reato. Per questo gli inquirenti ritengono inverosimile che delitto si sia verificato nelle campagne. Per chiarire questo punto, nella giornata di domani saranno effettuati nuovi rilievi specifici nell’abitazione di Patti. L’auto della 24enne invece è stata oggetto di accertamenti nel pomeriggio di oggi. Nell’abitacolo non sarebbero state trovate tracce di sangue.

Un possibile complice

L’area che Patti ha indicato come luogo in cui è avvenuto l’omicidio non è stata transennata, segno che gli inquirenti ritengono che la 24enne possa aver mentito. L’assenza di tracce ematiche nel veicolo, però, fa pensare che la 24enne non abbia trasportato in auto il cadavere della piccola. Diventa quindi nuovamente plausibile l’esistenza di un complice che possa aver aiutato la mamma della bimba a uccidere o occultare il cadavere.

Ulteriori elementi saranno forniti dall’esame autoptico svolto sul corpicino della piccola Elena. Le verifiche, secondo quanto affermato durante la trasmissione tv Quarto Grado, sono durate almeno 5 ore e le evidenze degli esami non sono ancora state rese pubbliche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *