La vera storia di Donatella Raffai chi è: età, dove e quando è nata, marito, figli, malattia, ex mariti, dove viveva

Spettacolo e Tv

Donatella Raffai (Roma, 8 settembre 1943) è una conduttrice televisiva e giornalista italiana. Seconda figlia dell’ammiraglio Antonio Raffai e di Maria Jelardi, entrambe di famiglie nobili, una veneta e l’altra campana, è – dalla parte materna-pronipote del senatore marchese Nicola Polvere. Nata a Fabriano, dove i genitori furono sfollati dalla guerra in corso, trascorse l’infanzia e l’adolescenza seguendo i genitori in diversi turni di lavoro, ma visse per lunghi periodi a Roma e a San Marco dei Cavoti (Benevento), paese di madre, nella casa del nonno materno, il generale Carlo Jelardi.

Dopo essersi stabilita definitivamente a Roma, inizia la sua carriera nel mondo dello spettacolo come attrice, all’età di sedici anni, nel film del 1960 Dolci inganni di Alberto Lattuada, dove interpreta una studentessa. In seguito inizia a lavorare nell’industria discografica per la RCA come Public Relations Manager e anche curatrice di immagini di alcune cantanti della giovanissima Nada, supportandola nel suo debutto al Festival di Sanremo del 1969.

Si è poi affiancata all’esordiente Claudio Baglioni nell’esordio, e lei stessa è apparsa in alcune scene del video promozionale del brano Una favola blu del 1970, un’esperienza che verrà ricordata più avanti nello spettacolo anima mia del 1997 dedicato proprio a Baglioni.

Negli stessi anni rileva a Roma una parte del pifferaio, famoso luogo della movida capitolina in via Tagliamento. Nel 1971 inizia a lavorare alla Rai, dove dirige alcune trasmissioni radiofoniche (Voi e io, radio Tambi”Io, detta Roma 3131), per poi approdare in televisione alla fine degli anni Ottanta, sempre in Rai, come autrice e conduttrice di diverse trasmissioni giornalistiche e cronache della RAI 3 di Angelo Guglielmi, come Telefono giallo, Filò, Posto pubblico nel verde e Camice bianco.

Nel 1989 arrivò il successo con il programma Chi l’ha visto? , diretto con Paolo Guzzanti (nella prima edizione del 1989) e Luigi Di Majo (edizioni 1989 – 1990 e 1990 – 1991), a cui dà uno stile incisivo e accattivante che riceve un enorme consenso, tanto che nel 1990 Raffai vince sia il Telegatto che l’Oscar Tv come personaggio televisivo femminile dell’anno. Nell’ascesa della cosiddetta TV utile, il programma raggiunge un picco di popolarità che rimane tra i migliori risultati “storici” di Rai 3.

Nell’autunno del 1991, decisa ad intraprendere nuove sfide per la sua carriera, lascia la gestione del programma che l’aveva portata al successo e che le aveva dato fama e si dedica ad un ruolo civile in prima serata su Rai 3, format di denuncia delle ingiustizie nei confronti dei cittadini.

La trasmissione continua per tutta la stagione, ma non viene ripetuta nei palinsesti dell’anno successivo. Nell’autunno del 1992 guida sempre in Rai 3 il preservale 8262, rubrica giornaliera nata con l’obiettivo di essere trainata al TG3 della 19, che però non riscosse il successo sperato per essere cancellata dopo poche settimane.

Ispirata dal suo programma televisivo, è l’autrice dei libri che l’ha vista? edito da Eri edizioni Rai nel 1990, e scomparso edito da Rizzoli nel 1991, ma già al momento disposto a provare nuove e più impegnative esperienze, nell’autunno del 1994 si reca su Rai 2 per realizzare il format periodico-di approfondimento sulle questioni parlamentari, il filo di torsione, che dopo aver continuato a scivolare, che viene sospeso dai vertici Rai ancor prima di andare in onda: Raffai avrebbe dovuto dirigere lo spettacolo dal gennaio successivo a Raidue dopo l’edizione del TG2 delle 19:45, destinata a scivolare per quarantacinque minuti solo per far posto alla trasmissione Dopo questo, è tornato nel gennaio 1993 per dirigere lo spettacolo a cui il suo nome è ancora indissolubilmente legato al grande pubblico, chi l’ha visto? , che questa volta presenta solo nella seconda parte della stagione 1992 – 1993 e poi nella stagione successiva 1993 – 1994, quest’ultima, ma non terminata (infatti, viene sostituita nell’aprile 1994 da Giovanna Milella). Nel gennaio 1995 approda a Rai 1 per dirigere il secondo talk show a tarda notte Anni d’infanzia, realizzato in coda a un film su temi legati all’infanzia, in onda in rete la stessa notte. Nella stagione 1995 – 1996 conduce a tarda notte in Rai 1 il programma lascia un messaggio dopo il fischio, mentre nella stagione 1997-1998 partecipa come inviato ad alcune puntate la domenica in, in quell’edizione diretta da Michele Guardì e diretta da Fabrizio Frizzi. Negli anni Novanta Donatella Raffai è un personaggio molto popolare tanto da essere imitata da Corrado Guzzanti nella trasmissione satirica scusa l’interruzione e da molti altri comici in vari altri programmi televisivi e radiofonici.

È anche menzionato in una canzone parodia di Stefano Nosei sull’alcolismo che in un verso dice: il fegato andrà perso. e Raffai lo cercherà. Un’altra citazione in un pezzo umoristico di Enzo Iacchetti: non è mai stato trovato. sul volto di Raffai, mentre nel 1995 il cantante Pino Campagna incide il Donatella Raffai Twist. A destare scalpore anche la pubblicazione nel settimanale romanzo 2000 di una foto raffigurante un sosia in topless. Nell’estate del 1997 il comune di San Marco dei Cavoti – suo paese d’origine – la invitò come ospite d’onore della Settimana dell’Emigrante, manifestazione dedicata proprio a illustri emigranti e concittadini e tra i quali, in questa occasione, c’è anche Lee Iacocca, da lei intervistato.

Donatella Raffai, infatti, mostra una forte autoironia in diverse occasioni, come in una divertente performance con Mario Merola nel brano Zappatore durante un programma ospitato in una Rai, posando poi per un servizio fotografico sul quotidiano Gente Mese con Lino Banfi e dedicato alle coppie impossibili, e, soprattutto, partecipando al film del 1998 La guerra degli Antò in un breve cameo chi l’ha visto? Il suo approccio è molto professionale, umanitario, unito ad una certa rigorosa fermezza in corsa viene definita come una donna che sottrae umanità a tutti gli artigli, frase attribuita ad Antonio Ricci), ma nonostante questo, al di fuori del suo ruolo mostra un carattere brillante e una grande simpatia non pienamente portata alla luce nei programmi realizzati.

Dopo lunghe polemiche con la Rai, alla fine del 1999 ha continuato a lavorare con Mediaset come conduttrice di Giallo 4, un format di Rete 4 concepito come un remake del telefono giallo di Rai 3, dedicato alle notizie italiane nere rimaste irrisolte, ma non confermate nelle stagioni successive a causa degli scarsi ascolti registrati. Sposata e poi divorziata, sposata in seconde nozze alla fine degli anni Sessanta con il “re dei locali notturni” Fabrizio Bogiankino nuovamente divorziato, vive con il suo attuale compagno Sergio Maestranzi, ex direttore della Rai.

È madre di due bambini. Dopo la sua prolungata assenza dagli schermi televisivi italiani, alcuni siti web avevano diffuso la notizia errata della sua morte prematura a causa di un tumore, ipotizzando che la sua scomparsa sarebbe stata tenuta segreta dai media ufficiali. In effetti, questo triste destino è successo a un altro presentatore che l’ha visto? , Marcella de Palma, generando appunto tale confusione unita alla circostanza che – anni prima – Raffai aveva anche subito un intervento chirurgico per un tumore, di natura benigna. Allontanato dalla scena e determinato a vivere in assoluta privacy, Raffai si trasferì da Roma a Morlupo e infine, sicuramente, in Francia, ma non nella città di Rennes, come erroneamente riportato da diverse biografie online, ma in Costa Azzurra, come testimonia il giornalista del Corriere Massimiliano Jattoni Dall’asén.

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